JESI – «La solidarietà a Jesi ha numeri concreti che confermano non solo l’attenzione del Comune verso i soggetti più deboli della società, ma anche l’efficienza e l’efficacia dell’azione dell’Azienda Servizi alla Persona, il braccio operativo individuato insieme alle altre Amministrazioni della Vallesina per la gestione unitaria del welfare». A scriverlo è l’amministrazione Bacci, fornendo i dati di una problematica decisamente ardua da fronteggiare. Numeri in crescita, infatti, sia per i servizi che per gli utenti beneficiari, a fronte di un’ampia fascia di disagio determinato da marginalità sociale ed economica che continua purtroppo ad allargarsi.
In particolare supera i 300 mila euro la spesa certificata nel 2016 per la realtà di Jesi ed oltre un migliaio i soggetti che hanno usufruito dei servizi dedicati all’area disagio e povertà, quasi il doppio rispetto a quelli degli anni passati. Di questi oltre 300 soggetti – tra persone e nuclei familiari – hanno beneficiato di contributi assistenziali per il loro stato di indigenza, con i voucher lavoro che stanno diventando lo strumento più diffuso in luogo dell’assegno diretto. La scelta dell’Asp è infatti quella di dare l’opportunità di svolgere piccoli lavori, anche per mantenere l’indigente attivo nel mercato del lavoro e magari trovare opportunità più stabili. Tra quanti invece hanno ricevuto il sostegno in denaro vi sono stati anche coloro avevano difficoltà a pagare affitti o bollette e che hanno ottenuto piccoli prestiti, impegnandosi – come stanno puntualmente facendo nella stragrande maggioranza dei casi – ad una restituzione a rate.
Sono state 62 le famiglie che hanno ricevuto pacchi alimentari, mentre 153 sono stati gli esoneri dalla spesa per i servizi scolastici (mensa e scuolabus). Nel sostegno agli alimenti vanno considerate anche le famiglie che si approvvigionano al tavolo della solidarietà sviluppato con il progetto SprecoZeroAlimentare: un centinaio i pasti che ogni settimana vengono erogati, oltre a prodotti agroalimentari prossimi alla scadenza o non più commerciabili ma perfettamente salubri.
A pieno regime ha lavorato la Casa delle Genti nell’ex scuola Cascamificio, vale a dire il centro per i senza fissa dimora che nel corso del 2016 ha ospitato 389 persone, a conferma della validità di questo progetto che punta a dare un letto, servizi igienici ed un pasto a chi vive in strada.
Oltre all’erogazione di sostegni vari, da segnalare che in 465 si sono rivolti al centro per l’integrazione sociale dove i migranti hanno trovato una serie di servizi, oltre a psicologi, mediatrici culturali e assistenti sociali per informare, orientare e supportare i fruitori. «A conferma della grande professionalità con cui l’Azienda Servizi alla Persona gestisce questo delicato settore – fa sapere l’amministrazione -, merita di essere segnalato che il direttore Franco Pesaresi è stato inserito nel gruppo di lavoro ministeriale sul Sostegno di Inclusione Attiva, il nuovo progetto rivolto proprio alle fasce più povere della popolazione».