FABRIANO – Il 17 settembre scorso, un 30enne di Fabriano, era stato arrestato con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Nascosta nell’automobile vi era della droga: circa 10 grammi di cocaina, 7 di hashish ed 1 di eroina. Un “pusher” secondo i carabinieri della Compagnia cittadina, diretti dal capitano Mirco Marcucci. Il giudice, convalidando l’arresto, aveva disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari in attesa della celebrazione del processo. Ebbene, il 30enne forse pensando a un pericolo scampato, il carcere, ha pensato bene di riprovarci. È, infatti, evaso dagli arresti domiciliari chiamando semplicemente un taxi. È stato, ovviamente, arrestato di nuovo. Ancora una volta, però, il Giudice del Tribunale di Ancona lo ha posto agli arresti domiciliari.
Storia al limite del credibile a Fabriano. Nel corso di un servizio notturno teso alla prevenzione e repressione dei reati in genere, quotidianamente svolti da parte dei Carabinieri della Compagnia Carabinieri di Fabriano, gli appartenenti al Nucleo Operativo e Radiomobile hanno arrestato un trentenne fabrianese, resosi responsabile del reato di evasione dagli arresti domiciliari.
I militari operanti hanno notato aggirarsi per le vie del centro un taxi con a bordo l’uomo e, al fine di verificare effettivamente l’identità del passeggero, il taxi è stato fermato e sottoposto a controllo.
L’esito dell’accertamento ha confermato quanto i militari avevano già intuito: il passeggero trasportato dal taxi, come disposto dal competente Giudice, doveva restare presso la propria abitazione agli arresti domiciliari, in quanto accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Invece il 30enne, sapendo di essere conosciuto, forse nel tentativo di eludere i controlli, aveva deciso di uscire da casa e muoversi per la città con un mezzo diverso dal proprio. L’escamotage non ha prodotto i risultati sperati, tanto che il passeggero è stato immediatamente arrestato.
Successivamente, il Giudice ha convalidato l’arresto e disposto nei confronti del reo nuovamente la detenzione domiciliare presso la propria abitazione. Sperando che questa volta capisca il grande rischio che corre.