FABRIANO – «È una buona notizia che siano stati sbloccati i fondi per la Statale 76, ma le chiacchiere non ci bastano più, ora servono i fatti ed è necessario che si riunisca quanto prima il Cipe». Questo il pensiero di Maurizio Romagnoli, presidente della Cna di Fabriano, a nome di tutti gli imprenditori – tantissimi – che attendono da tempi ormai lunghissimi che la SS 76 non resti una drammatica incompiuta.
«I problemi, al di là dei fondi appena sbloccati – continua Romagnoli – stanno a monte: l’attesa riunione del Cipe a Roma, la situazione precaria di Astaldi, gli esuberi e senza personale, ovvio che non si lavora e non si procede. Le ricadute, d’altra parte, sono pesantissime. Basti pensare ai tanti imprenditori che attendono l’arrivo su strada delle merci e che, a causa dei rallentamenti dovuti alle ben note criticità della SS76, sulla quale tali merci devono transitare, perdono intere giornate di lavoro. Non solo: Fabriano rischia l’isolamento tra le montagne, senza un potenziamento viario che non è più rinviabile. E se l’inverno che sta arrivando dovesse essere rigido? Gli attuali problemi verranno amplificati. Si pensi che per raggiungere il casello autostradale Ancona Nord, si impiegano circa 60 minuti salvo intoppi e gli intoppi sono sempre dietro l’angolo in una strada, messa com’è attualmente, che veramente fa paura».
La Cna sta monitorando con estrema attenzione la situazione, nella convinzione che l’inadeguatezza delle infrastrutture viarie è un serio freno al tessuto produttivo fabrianese e marchigiano in genere, ed auspica una forte sinergia tra le forze istituzionali locali e quelle nazionali affinché si trovi una soluzione per portare a termine il raddoppio della SS76.
«Concludere i lavori – insiste Romagnoli – è un dovere morale e giuridico per garantire la sicurezza degli automobilisti e la sopravvivenza dell’economia del nostro territorio».
Cna sta monitorando inoltre anche la direttrice viaria che collega Senigallia con l’entroterra fino ad Arcevia, ovvero la ex statale Arceviese, ora strada provinciale 360, poiché inspiegabilmente si è deciso di escludere la possibilità di collocarla e mantenerla in qualità di strada a interesse nazionale. «Tale asse viario – conclude Romagnoli – oltre ad una valenza economica, ha una rilevanza sociale e culturale da non sottovalutare. Ovviamente rimarcheremo tanto alla Regione quanto al Ministero la necessità di dedicare la massima attenzione alle infrastrutture viarie».