Attualità

Progetto Silva: a Sassoferrato un corso sulle tecniche di scrittura

La Cooperativa Natura in Movimento organizza, in collaborazione con il Comune sentinate e la Biblioteca comunale di Fabriano, il corso “Osservare, descrivere, narrare la natura” condotto dallo scrittore Luigi Dal Cin

Panorama di Sassoferrato

SASSOFERRATO – La Cooperativa Natura in Movimento per il Progetto Silva – Sistemi Innovativi Laboratori di Valorizzazione ambientale – organizza, in collaborazione con il Comune di Sassoferrato e la Biblioteca comunale di Fabriano, il corso di tecniche di scrittura “Osservare, descrivere, narrare la natura” condotto dallo scrittore Luigi Dal Cin. Si tratta del primo dei percorsi formativi per operatori in progetti educativi in natura, aperto a studenti, guide ambientali, insegnanti e aspiranti scrittori con l’opportunità di vedere pubblicati i testi prodotti nel corso tramite la casa editrice Ventura Edizioni. La prima lezione, aperta al pubblico, si terrà venerdì 26 agosto ai giardini della Rocca, seguita dalle due giornate intensive di sabato 27 e domenica 28 agosto, con residenza all’Ostello di Monte Lago, Sassoferrato.

Luigi Dal Cin ha pubblicato oltre 100 libri di narrativa per ragazzi, tradotti in 14 lingue, ha ricevuto il Premio Andersen 2013 e il Premio Troisi per la sua attività di scrittura per ragazzi e di incontri-spettacolo con gli alunni di tutta Italia. È docente di tecniche di scrittura presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata, la Scuola Holden di Torino, il Master Ars in Fabula.

Il corso

Il corso fornirà strumenti operativi per imparare a descrivere il paesaggio naturale per poi saperlo raccontare. Ma prima ancora si affronteranno le tecniche dell’osservazione, così preziosa anche nell’interpretazione ambientale, un modo diretto di coinvolgere i visitatori dei Parchi nato a fine anni ‘50 dalla riflessione filosofico-professionale di Freeman Tilden. «Vedere e osservare: c’è una bella differenza – dice Luigi Dal Cin –. ‘Vedere’ deriva dal latino videre che, ad esempio, ha la stessa radice di visus che ne è il participio passato e che, nel linguaggio medico, indica la capacità funzionale posseduta dall’apparato visivo: una funzionalità prettamente fisiologica. Ciò che fisiologicamente vedono i nostri occhi, magari di fretta, ci lascia indifferenti: ne prendiamo atto. Ma non ne nasce nulla. Men che meno una narrazione. ‘Osservare’ invece deriva dal latino observare, che deriva da servare che significa ‘serbare’, ‘custodire’. Ben altra cosa rispetto a ‘vedere’. L’etimologia implica, ad esempio, la memoria e il cuore che ‘serbano’ ciò che si è osservato. L’obiettivo degli esercizi di osservazione che faremo durante il corso è proprio quello di educarci a intensificare lo sguardo, per imparare a percepire l’esistenza nel paesaggio di una quantità inosservata di particolari: rendere più viva, e dunque più intensa, la nostra percezione del mondo così come è ora, e come probabilmente a breve non sarà più. Perché, lo sappiamo bene, il mondo passa. In fondo, osservare con intensità è un gesto di affetto verso il mondo che passa e, in fondo, un gesto d’affetto verso tutti noi che passiamo», conclude.