JESI – Nei giorni scorsi – esattamente mercoledì 26 – avevamo posto l’attenzione sulle violazioni relative all’ordinanza sindacale che regola le soste delle auto nelle vie interessate dalla pulizia straordinaria delle strade.
Il dato che ne emerge, riferibile al periodo che va dal primo febbraio al 19 luglio di quest’anno ci dice che le suddette violazioni sono state 756 e che in 395 casi hanno interessato la rimozione forzata del mezzo. Il valore accertato delle multe è stato pari a 30.996 euro, dei quali incassati 18.134,75.
In precedenza, se si parte dal primo ottobre 2016 e fino al 6 dicembre dello stesso anno abbiamo questi valori: 473 violazioni con 177 rimozioni per un valore di 19.393 euro, incassati dal Comune 13.353, 10.
Questi divieti di sosta temporanei, insomma, costano tanto al cittadino – da un minimo di 28,70 euro per la semplice violazione pagata entro 5 giorni a un massimo che si aggira sui 100 euro con la rimazione forzata – che dimentica di spostare l’auto nei giorni previsti dal calendario delle pulizie, sia delle strade che delle caditoie fognarie. Una piaga che, a quanto sembra, invece di diminuire sta aumentando.
Detto che Polizia Locale e chi materialmente si occupa della rimozione forzata non fanno altro che far rispettare “le regole”, il consigliere comunale Samuele Animali (Jesi in Comune – Laboratorio Sinistra) si è chiesto se non fosse il caso, in relazione proprio al rispetto di quelle “regole”, di andare a vedere se «le modalità attuate sono le migliori, bisogna verificarne la loro funzionalità. Diversi cittadini, infatti, si sono lamentati per le modalità di attuazione, non vedono i cartelli di divieto di sosta: c’è chi li preferisce fissi e chi mobili. Altri non riescono a capire quale sia l’utilità di questo tipo di pulizia ritenendo che serva a sollevare solo polvere. Se l’informazione sia stata adeguata…».
E lui ha così deciso di accedere agli atti per richiedere la “verifica” di alcuni numeri, che vi abbiamo elencato, e in una decina di giorni «sono arrivati, i numeri, ma non quelli che avevo richiesto, purtroppo. Non sono, infatti dati omogenei. Non si può fare il confronto rispetto al fatto di che cosa succede quando l’ordinanza non è in vigore o non venga esaminato lo stesso periodo. Nessuna polemica né messa in discussione del provvedimento di pulizia, ma soltanto capire se si sia agito in modo ottimale in funzione del disagio creato ai cittadini e dell’esborso economico in cui alcuni sono incappati».
Ma non ci sono problemi. La prossima richiesta di accesso agli atti è già pronta.