FABRIANO – «No allo spopolamento dell’entroterra», questa la scritta sullo striscione che una delegazione del comitato di cittadini, nato per la difesa del Punto nascita dell’ospedale Engles Profili di Fabriano, ha mostrato davanti alla sede del Tar Marche nel giorno dell’udienza del ricorso, presentato dal Comune fabrianese per chiedere la sospensiva al provvedimento con il quale è stato ufficialmente chiuso, lo scorso 20 febbraio, il reparto di Ostetricia del nosocomio cittadino.
Oltre alla delegazione del Comitato, presente anche il consigliere comunale di Associazione Fabriano Progressista ed ex ginecologo, Vinicio Arteconi. Probabile che tra domani e dopodomani arrivi la sentenza sulla conferma o annullamento dello stop di nascite da parte dei giudici amministrativi. Da segnalare che, per dare maggiore sostegno al ricorso del Comune di Fabriano, anche gli Enti comunali di Sassoferrato e Genga hanno provveduto ad adiuvandum ad approvare un documento simile, allo scopo di poter maggiormente tutelare la popolazione residente in questa particolare area demografica colpita di recente da eventi sismici e coinvolta in una insufficiente e precaria viabilità.
«Tema molto sentito e dibattuto, la chiusura del Punto Nascita dell’ospedale Engles Profili, ha portato il Comune di Fabriano a fare ricorso al TAR delle Marche contro questo provvedimento che preoccupa non poco l’intero territorio. Al fine di far fronte comune l’Amministrazione sentinate, unitamente a quella di Genga, ha provveduto con atto formale a garantire il proprio supporto al Comune di Fabriano», si legge nella nota congiunta dei due Comuni.
Dunque, non resta che aspettare e sperare in una decisione favorevole. Altrimenti, si farà dura. E l’unica via d’uscita, per evitare di perdere questo importante servizio, sarà quella che porta direttamente a Roma, nello specifico al ministero della Salute. La Regione Marche spera di poter avere un incontro, insieme a tutti i soggetti coinvolti, con il ministro pentastellato, Giulia Grillo. Quest’ultima ha dichiarato che è sua intenzione rivedere i contenuti dell’accordo Stato-Regione entro questo mese, portando il limite dei parti necessari da 500 a 350.