FABRIANO – Buone notizie dal Fondo Salva Opere per le ditte sub-appaltatrici del maxi lotto n. 2 del Progetto Quadrilatero, raddoppio SS. 76 Fabriano-Serra San Quirico e realizzazione della Pedemontana delle Marche Fabriano-Muccia. Infatti, fra gli 89 milioni di euro assegnati a centinaia di aziende beneficiarie in tutta Italia, importanti rimborsi riguardano anche i subappaltatori della Astaldi, contraente generale, esattamente 98 relative alla colonna stazione appaltante: Dirpa 2 S.C. a R.L.
Il Fondo Salva Opere
Il Fondo Salva Opere rifonde fino al 70% dei crediti vantati verso la capofila inadempiente dalle aziende sub-appaltatrici che hanno realizzato in concreto le opere. Tutto è partito dalla paralisi del cantiere della Quadrilatero appunto, che rischiava di rimanere chiuso per un tempo indefinito.
«Con il Comitato creditori Astaldi Marche ed Umbria sono intervenuta in prima persona con il Governo Conte, che ha quindi istituito questo meccanismo che corre in soccorso di aziende incolpevoli dei problemi finanziari e che rischiavano addirittura di fallire a causa di questi crediti non saldati con gravissime ripercussioni sui lavoratori, a dimostrazione che il dialogo continuo con il territorio può portare a risolvere problemi rilevanti – commenta la parlamentare del Movimento 5 Stelle, Patrizia Terzoni -. La prova tangibile della riuscita di questa operazione è stato il riavvio dei lavori nei tratti da completare della SS76 della Val d’Esino parte dei quali ormai conclusi e aperti al traffico».
A fine maggio è stato emanato il decreto di riparto che porta al saldo definitivo per le 438 richieste, di cui 98 afferenti la Quadrilatero Marche/Umbria, che avevano già effettuato la domanda. Un 35% già erogato nel 2020 ed in questi giorni il restante 65% dell’importo ammesso a beneficio, per un totale di 89.255.360,80 di euro. «Il fondo è la dimostrazione concreta del supporto che lo Stato può dare alle aziende e ai lavoratori in un momento critico per l’economia, facendo al contempo andare avanti le opere pubbliche e ridando respiro a quelle aziende che avevano eseguito i lavori ma mai pagate», conclude la Terzoni.