FABRIANO – Tegola sui lavori della Quadrilatero, maxi-lotto n. 2 Fabriano-Serra San Quirico, per il raddoppio della SS. 76. Rischio ritardi nel completamento dell’opera e conseguente licenziamento per quaranta lavoratori. I sindacati di categoria, Fillea-Filca-Feneal, esprimono forte preoccupazione. Nessun blocco del cantiere, al momento.
All’ultima curva, la vitale opera infrastrutturale del progetto Quadrilatero, un improvviso stop. E questo perché nell’ultimo incontro con l’azienda esecutrice dei lavori, la Astaldi, tenutosi l’8 maggio, sono stati paventati circa 40 licenziamenti. «In particolare, l’azienda ha sostenuto la sostanziale impossibilità di andare avanti nelle lavorazioni nei tempi ipotizzati. Situazione aggravata del fatto che nel Cipe del 26 aprile non sono entrati in discussione il terzo/quarto lotto della Pedemontana delle Marche e la perizia 6 del lotto 1.1», evidenziano i sindacati.
La commessa per il progetto Quadrilatero non è nuova a difficoltà. Sono stati, infatti, ben due gli stop, legati alle difficoltà dei precedenti contraenti generali: Btp e Impresa. Quindi, la discesa in campo della Astaldi e i lavori che sono ripresi a ritmo serrato, con turni h24 negli ultimi tempi, per cercare di completare il tutto entro il prossimo luglio. Poi, però, la notizia che ci sarebbe stata una dilatazione dei tempi, con la configurazione a quattro corsie, pronta non prima dei primi mesi del 2019.
Ma, ora, anche quest’ultima tempistica rischia di saltare. «Dopo numerosi incontri, anche con la committenza Quadrilatero, le organizzazioni sindacali reputano impensabile ricorrere a una riduzione del personale quando ci sono ancora oltre 174 milioni di euro di lavorazioni da eseguire, diversi chilometri di strada e svariate gallerie da consegnare. Così come ritengono impensabile che un’opera strategica per il territorio possa non vedere la luce. E mentre da più parti ci si avvia a ribattezzare la SS76 la “la strada di Francesco”, decine di operai e impiegati che vi lavorano rischiano il posto, si viaggia ancora in un’unica corsia e tante lavorazioni importanti sono al palo. L’invito è che ciascuno faccia la propria parte per sbloccare questa situazione, quello che occorrerebbe è una grande assunzione di responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti, per evitare che una delle poche opere pubbliche finanziate in Italia diventi l’ennesima incompiuta», concludono i sindacati.