MONTECAROTTO – Quattro appuntamenti al teatro comunale di Montecarotto tra amore e follia, nell’ambito della rassegna “Malati di Niente”. Dal 17 febbraio al 13 maggio, un mini cartellone per “perdere la testa”. L’inaugurazione con “Un Bès”, pluripremiato spettacolo di e con Mario Perrotta dedicato al pittore Antonio Ligabue, in scena venerdì 17 febbraio alle ore 21. La nuova rassegna è promossa dal Comune di Montecarotto con la direzione artistica ed organizzativa del Teatro Giovani Teatro Pirata a cui il Comune ha appena affidato la gestione del Teatro Comunale, in collaborazione con AMAT Associazione Marchigiana attività Teatrali e con la Rassegna “Malati di Niente”, con il sostegno di Ministero della Cultura, Regione Marche, e di CMS Consorzio Marche Spettacolo. Con questa stagione intelligente, pop, frizzante e coinvolgente, la prosa torna al teatro Comunale di Montecarotto con artisti nazionali e del territorio, per una ritrovata voglia di scoprire, stupirsi e stare insieme a teatro. La presentazione della rassegna oggi alla presenza del sindaco di Montecarotto Giuseppe Paoloni, dell’assessore alla Cultura Marta Giovannetti, del presidente del Teatro Giovani Teatro Pirata Fabrizio Giuliani, del direttore artistico del Teatro Giovani teatro Pirata Simone Guerro. Presenti anche Raimondo Arcolai (Amat) e Marzia Pennisi (Cooss Marche).
“Un Bès” è uno spettacolo poetico, toccante, profondo e drammaticamente vero. Mario Perrotta, figura tra le più interessanti del panorama teatrale italiano contemporaneo, conosciuto a livello nazionale ed internazionale per il suo lavoro di Teatro Civile, veste i panni di Antonio Ligabue per indagare l’uomo, la coscienza di colui che era considerato “lo scemo del paese” ed era al contempo un grande e geniale artista, tra i più grandi Maestri del colore. Dall’infanzia, rifiutato dalla madre in Svizzera, a una vita in cui ha sempre atteso quel bés mai arrivato, Ligabue ha avuto un’esistenza ai margini che lo ha reso sempre un diverso. Perrotta traccia una riflessione sulla solitudine del pittore emiliano, sul suo stare oltre il confine: «Voglio stare anch’io sul confine e guardare gli altri. E, sempre sul confine, chiedermi qual è dentro e qual è fuori», come afferma l’attore. “Un Bès”, insignito di numerosi premi tra cui nel 2013 il Premio Ubu – l’Oscar del Teatro italiano – come Miglior Attore, il Premio Hystrio 2014 come migliore spettacolo dell’anno a giudizio del pubblico e il Premio della Critica ANCT 2015, indaga la lacerazione di un’anima consapevole di essere un rifiuto della società e al contempo un artista, il suo stare al margine: là dove un bacio, un bès, è solo un sogno.
Giovedì 16 marzo ore 21, Filippo Paolasini e Lucia Bianchi sono i protagonisti di “Ciao amore ciao”. Un’inchiesta su Luigi Tenco”, per una produzione Asini Bardasci. Lo spettacolo si muove tra musica, parole e ricerca storica attorno alla figura di Luigi Tenco, tra i grandi miti della storia della musica italiana. Il racconto della vita di un cantautore romantico e dannato, il suo sguardo glaciale, così vero da renderlo diverso dai colleghi finti e patinati dello star system della musica italiana del tempo. Il suo è stato un suicidio o un omicidio? Rimane certo che la sua esistenza in vita abbia donato a tutta la musica italiana un’immensa eredità artistica. Partendo dalla narrazione epica della spedizione degli Argonauti alla ricerca del vello d’oro e del rapporto tra Giasone e Medea, sabato 22 aprile ore 21 il filosofo e performer teatrale Cesare Catà illumina le dinamiche di coppia attuali in “Se Giasone fosse rimasto single”, lezione spettacolo in cui si mescolano i linguaggi della filosofia e della stand-up comedy, dando vita a un anomalo monologo. La storia di Medea, di Giasone e degli Argonauti è narrata con costanti riferimenti all’universo delle relazioni amorose nel mondo contemporaneo; lo storytelling dell’epica antica si interseca con le contraddizioni del mondo moderno, alternando registri e idiomi differenti. Gli spettatori sono invitati a un viaggio mirabolante come quello degli Argonauti, in un percorso che ricerca i significati simbolici nascosti dei testi classici, tra ironia e indagine filosofica.
Chiude la rassegna, sabato 13 maggio ore 21, “In faccia al mare”, performance finale del laboratorio di Teatro Integrazione della Rete del Sollievo di Jesi ASP Ambito IX e Teatro Giovani Teatro Pirata, in collaborazione con Dipartimento di Salute Mentale ASUR Area Vasta 2 di Jesi, Cooss Marche. La regia è di Lucia Palozzi e Arianna Baldini. Un gruppo di persone sono riunite in una locanda di fronte al mare; ognuna ha la sua storia, il suo viaggio, i suoi desideri; ognuno di essi ha la sua stanza, dove è solo con sé stesso, dove riflette e riposa; ma vivendo insieme nella locanda si incontrano e l’incontro genera nuove prospettive, sfide, possibilità; infine, di fronte a loro, il mare: l’assoluto, il meraviglioso, l’immenso, l’incomprensibile. Tutti noi siamo ogni giorno di fronte a queste tre dimensioni dell’esistenza – noi stessi, l’altro, l’ignoto – tutti noi possiamo riconoscerci in questi personaggi impegnati a raccontarsi, a conoscersi, a cercare di dare un senso al comune viaggio che chiamiamo vita. Info: Tel. 0731.56590 – 334.1684688 – biglietteria@atgtp.it – www.atgtp.it