Attualità

Raccontare ai giovani la bellezza della vita

Gianpietro Ghidini ha perso suo figlio Emanuele a 16 anni. Una notte drammatica quella del 24 novembre 2013 per un padre che dal dolore più grande ha ritrovato se stesso e la forza di parlare agli adolescenti. Questa mattina era a Jesi

JESI – Tutte le scuole jesine stamattina al Palazzetto dello Sport per “Lasciami Volare”, evento organizzato da ImpAct Associazione Culturale e Fondazione Ema Pesciolinorosso.

Gianpietro Ghidini

Ai quattromila studenti presenti si è rivolto Gianpietro Ghidini, bresciano, che dopo la morte del figlio Emanuele ha fondato Ema Pesciolinorosso per portare una testimonianza di vita ed aiutare ad abbattere il muro che spesso si crea tra genitori e figli adolescenti. Questo jesino è stato il 730esimo incontro organizzato, gratuitamente, in tutta Italia. «Occasioni come questa fanno comunità» il commento della professoressa Gabriella Cantarini del Cuppari, seduta accanto ai suoi ragazzi coetanei di Emanuele Ghidini, morto a soli 16 anni. Un racconto a dir poco coraggioso quello di Gianpietro, carico di emotività ma soprattutto di forza: «Mio figlio Emanuele ha fatto come Icaro: si è avvicinato troppo al sole e si è bruciato. Sono qui per dirvi che la vita è bellissima, un dono prezioso che sottovalutiamo troppo spesso». Emanuele era ad una festa quella maledetta sera, qualcuno aveva portato marijuana, altri alcolici, altri ancora Lsd. Si era sentito poco bene e un amico l’aveva portato a fare un giro, sul ciglio del fiume Emanuele si è lasciato andare. Lo hanno trovato cadavere solo dieci ore dopo, le braccia rivolte verso il cielo. La straordinarietà e la forza di questo racconto sta in un padre che è il primo a mettersi in discussione: «Quando sono arrivato ho pensato di lasciarmi andare anche io, avevo perso tutto. Tra i mille pensieri che mi schizzavano in testa, mi era venuto in mente che quel giorno avevo visto Emanuele triste. Gli avevo detto che ne avremmo parlato il giorno dopo, perché avevo da fare. Sarebbe stato troppo tardi».

Ghidini ha raccontato di aver raggiunto il successo economico grazie al suo lavoro che lo teneva spesso lontano da casa: «Non fatevi ingannare: non vince chi è più ricco, non vince chi arriva prima, chi sgomita ed elimina l’altro. Tutto ha un senso nella meraviglia della vita: seguite il cuore. Io ho capito di essere stato un guerriero fallito per il mio Emanuele a cui non ho saputo tendere la mano. Per questo vi dico: parlate con i vostri genitori, sono loro la vostra più grande fortuna. Se siete in difficoltà, se vi siete messi nei guai, parlatene a casa, non cercate di risolvere le cose da soli. A me la vita ha insegnato che dovevo raccontare ai giovani la bellezza della vita, eccomi qui». Nel punto dove il giovane si era lasciato andare, anni prima insieme al padre aveva liberato un pesciolino rosso che nello stagno di casa sembrava soffrire. Un aneddoto che l’adulto aveva dimenticato e che forse, Emanuele, ricordava. Stare lontani dalle dipendenze, ma soprattutto che la vita deve vincere sempre. Un messaggio per gli adolescenti ma anche per i genitori che hanno il compito di stare accanto ai figli, di capirli oggi perché domani potrebbe essere troppo tardi.

Lasciami Volare è anche un libro che cerca di aiutare a migliorare il rapporto tra genitori e figli scritto dal professor Marcello Riccioni in collaborazione con Gianpietro partendo dalla storia di Emanuele. Un libro bifronte perché un lato è rivolto ai figli, uno ai genitori. La Fondazione ha un sito internet www.pesciolinorosso.org e una pagina Facebook Ema Pesciolinorosso.