ANCONA – Due controlli approfonditi della vettura, prima al deposito poi in officina dove è stata posta sopra un ponteggio per analizzare bene il fondo dell’auto. Prelevati campioni contenenti terriccio e ghiaia. È quanto hanno portato via i carabinieri del Ris che questa mattina hanno ispezionato per la terza volta la Fiat Seicento dei Santoleri per la morte della pittrice Renata Rapposelli. Presente anche il maggiore donna del Reparto investigazioni scientifiche, esperta in geologia e botanica. Nell’auto c’erano anche piccoli filetti di erba. Questo è quanto trapela per ora dagli accertamenti. Sarà lo stesso terriccio del campo di Tolentino dove la pittrice è stata trovata ormai cadavere il 10 novembre scorso da un muratore? Questo lo dovranno dire i test scientifici che richiedono tempi lunghi.
Intanto il sopralluogo in contrada Pianarucci, a Tolentino, sarà fatto domani mattina alle 8.30 (25 novembre) perché le verifiche sull’auto oggi sono durate fino a sera e divise in due momenti.
Emergono novità sulla testimonianza della farmacista che ha detto ai carabinieri di aver venduto un farmaco a Renata il giorno della scomparsa, nel negozio di Tortoreto Lido, a pochi passi dalla casa di Giulianova dove si era recata per andare a trovare il figlio e l’ex marito. La farmacista è sicura che era Renata perché le ha mostrato la tessera sanitaria dove c’era scritto proprio il nome della pittrice. La tessera però non sarebbe stata strisciata.
L’AUTO. Le ispezioni sono state divise in due. Una all’interno del deposito, dove la vettura è in custodia giudiziaria, e l’altro in una officina meccanica. All’attenzione dei carabinieri soprattutto il fondo dell’auto, le ruote, i sottoruota e il cambio che è stato sostituito il 17 ottobre, dopo una rottura.
Presente ai prelievi anche anche il perito di Bossetti, per l’omicidio di Yara Gambirasio, il detective Ezio Denti. Il professionista, che si è offerto di affiancare i legali della difesa che hanno accettato, ha detto che non ci sono elementi indiziari a carico di padre e figlio. Alle verifiche sulla vettura è stato presente anche Simone, il figlio di Renata, accusato in concorso con il padre Giuseppe di omicidio e occultamento di cadavere.