ANCONA – Offese, dispetti e spintoni. Sono stati questi i primi episodi di bullismo vissuti ai tempi delle medie da Sebastiano Andrea Massaccesi. Il 32enne recanatese, che oggi è uno psicologo clinico, nella Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, ricorda quegli episodi, gli stessi con cui tanti altri bambini e bambine si trovano a dover fare i conti loro malgrado.
Il bullismo è diventato sempre più frequente e precoce e se, un tempo sembrava essere più relegato all’ambito maschile, oggi, come le cronache raccontano, vede sempre più bambine e ragazzine offendere o escludere le proprie amiche o compagne di scuola.
Sebastiano Andrea Massaccesi racconta di come, da ragazzino, è stato preso di mira dai compagni per il suo aspetto. «La mia è sempre stata una famiglia anticonformista – dice -, che mi ha insegnato ad accettare le diversità altrui e a mantenere la mia originalità. Da ragazzino avevo i capelli lunghissimi e i lineamenti delicati, per cui spesso mi hanno scambiato per una ragazza».
Dagli spintoni alle offese, alcuni coetanei sono arrivati «ad aspettarmi sotto casa e a darmele di santa ragione. Sono sempre stato un bambino abbastanza solo, per cui ero anche arrivato ad accettare le botte pur di non essere escluso ed avere un gruppo con cui giocare e di cui far parte».
«All’epoca andavo in mountain bike, per cui quando i miei mi vedevano con dei lividi spiegavo loro che me li ero procurati cadendo – racconta – poi però un giorno mia madre ha capito che c’era qualcosa di più importante dietro ai lividi: è scoppiata a piangere e io sono crollato e ho raccontato cosa stava accadendo».
Sebastiano ricorda anche di essersi rasato a zero i capelli: «Pensavo che tagliandomi tutti i capelli avrei risolto il problema, non avevo capito che i capelli lunghi erano in realtà solo un capro espiatorio». Con il tempo il suo aspetto fisico lo ha saputo volgere a suo favore tanto da appassionarsi al fitness e da diventare modello. Eclettico e pieno di interessi si è cimentato nella batteria e ha fondato una band, i Nova. Un esempio di come affrontare il bullismo senza lasciarsene sopraffare.
«Quando mi ero rasato i capelli a zero mio padre mi disse: ‘hai sbagliato, perché nessun dolore è paragonabile a quello che hai creato adesso a te stesso’. Non avevo capito cosa volesse dire – spiega -, oggi però l’ho capito. Tutti, chi più chi meno., ogni giorno tendiamo ad uniformarci, ad adattarci in prospettiva alle attese degli altri. A fare la differenza è il significato che diamo ai cambiamenti che apportiamo in noi stessi e la motivazione per cui lo facciamo. Dopo questa esperienza mi sono dedicato alla palestra ed ora peso 90 kg e sono alto 1 metro e 85. Avrei potuto diventare un bullo per reazione. E invece no».
Sebastiano ha ottenuto l’abilitazione ad esercitare la professione di psicologo clinico da poco meno di un anno, intanto lavora nell’impresa edile del padre.
Ai bambini e ai ragazzi che vivono oggi le sue stesse esperienze rivolge un messaggio di incoraggiamento e un invito a non mollare: «Ci sarà sempre qualcuno nella vita che cercherà di abbattere le pareti della vostra ‘casa’, personalità, o perché siete più forti o al contrario più fragili di loro oppure perché la personalità che vi siete costruiti vi sembra più bella. Sappiate però che ad ogni spallata, quando rimetterete insieme i mattoni, la vostra ‘casa’ diventerà sempre più solida e forte».
E infine, «se vi chiederanno di cambiare le vostre passioni o abitudini o la vostra personalità, non fatelo, restate voi stessi. Se vi chiedono di essere numeri, ma voi siete lettere, restate fedeli a voi stessi».