CASTELFIDARDO – È stato convocato per domani pomeriggio alle ore 18 un Consiglio Comunale in seduta speciale interamente dedicato al reddito di cittadinanza, su richiesta dei tre gruppi di opposizione (Solidarietà Popolare, Pd-Bene in Comune e Uniti per Castelfidardo – Cittadini Attivi), che presenteranno un’interrogazione e una mozione congiunta con la quale chiedono le dimissioni dell’assessore ai servizi sociali Andrea Marconi, «responsabile – secondo le minoranze – di aver gestito il meccanismo senza vigilare sul suo corretto impiego, e di non aver prontamente reso edotti i componenti del Consiglio Comunale».
«Non abbiamo mai potuto interagire con l’assessore Marconi in merito al regolamento ed alle linee guida – lamentano i gruppi di opposizione – Tutto è stato approvato dalla giunta senza neanche il coinvolgimento della consulta economica, nata proprio per aver un confronto diretto con le realtà produttive del territorio».
E così dopo le polemiche dei giorni scorsi, con il caso del licenziamento della cooperativa che ha usufruito del reddito di cittadinanza, finito anche alla ribalta della cronaca nazionale, la questione approda anche sui banchi del consiglio comunale.
Le minoranze sulla vicenda del lavoratore licenziato ipotizzano anche un’alterazione della gara d’appalto, avendo usufruito la cooperativa di lavoratori pagati a spese del Comune in aggiunta al finanziamento previsto dal bando per il servizio gestito. Per questo attraverso la mozione chiederanno, in via cautelativa, di sospendere il reddito di cittadinanza per l’anno 2018 e di sostituirne le attuali “linee guida” con un regolamento da discutere nelle commissioni consiliari di competenza e da poi approvare in Consiglio comunale. Nel frattempo con l’interrogazione chiederanno trasparenza all’Amministrazione e maggiori chiarimenti su diversi aspetti della vicenda, tra cui l’elenco delle aziende che hanno avuto accesso ai progetti e delle persone assunte al termine della borsa lavoro.
«Lo scopo dell’iniziativa è quello di avere risposte chiare circa i meccanismi delle borse lavoro chiamato impropriamente “reddito di cittadinanza” – sottolineano le opposizioni – che sulle tasche della collettività pesano per 180 mila euro. Impensabile che una cifra così importante venga gestita con superficialità e pressapochismo. Questo dopo che si sono evidenziate alcune gravi storture del meccanismo messo in piedi dalla maggioranza 5 Stelle, culminate in un caso estremo con un licenziamento per far posto al certo più economico reddito di cittadinanza. Saremo curiosi di sapere come si sarebbero comportati i grillini a parti invertite. Sicuramente avrebbero gridato allo scandalo. Eppure i 5 Stelle, nati per far trasparenza, in questi primi due anni di guida della città sembrano tutto meno che trasparenti».