FABRIANO – Anche le sorti dell’ospedale Engles Profili di Fabriano al centro della discussione politica fra i candidati del territorio per le elezioni Regionali.
È Michela Bellomaria, candidata del Pd, attivista di Cerreto D’Esi, che parla di “discontinuità” con la Giunta di Luca Ceriscioli, suo compagno di partito: «Voglio essere chiara: i cittadini dell’area montana non sono di serie B e non possono accontentarsi di servizi, in primis quelli sanitari, di serie B. Questo sarà il principio cardine della mia battaglia ed è anche la linea politica espressa chiaramente da Maurizio Mangialardi. Nessuno deve essere lasciato indietro: dai territori ai cittadini. Solo così ci sarà il vero sviluppo del nostro territorio e di tutta la Regione», l’incipit dell’intervento che evidenzia come neppure al candidato a Presidente della Regione Marche per il centrosinistra sia andata bene la politica sanitaria della “sua” Giunta.
Fabriano, unico ospedale Covid-free della Provincia, «ha attuato un’organizzazione eccellente per far fronte all’emergenza e, allo stesso modo – sostiene la candidata – ha garantito un alto livello di prestazioni: impressionante performance del blocco operatorio, al netto dei 200 interventi eseguiti in un solo mese, provvedendo alle esigenze chirurgiche dei pazienti Covid negativi di tutta l’Area Vasta 2, senza dimenticare il “tampone a bordo”, progetto pilota per le Marche. L’ospedale di Fabriano deve ripartire da qui, da questi risultati eccellenti».
Quindi, l’attacco in direzione della scelta di nuovi accorpamenti e il conseguente taglio di almeno 12 posti letto: «Personalmente diventa ancora più insopportabile se si pensa che si è agito così per far tornare al proprio posto l’hospice, un reparto dove si accompagna i malati nel fine vita, in maniera dignitosa e profondamente umana. Un patrimonio della nostra società civile. Chiunque conosce la nostra sanità ci dice che uno dei problemi più pressanti è la carenza di personale e il taglio di questi posti letto è l’esempio lampante. Vanno necessariamente sbloccate nuove assunzioni che vadano a rimpolpare i reparti in maniera definitiva e strutturale. Il tutto attraverso un progetto complessivo per l’ospedale di Fabriano affinché torni ad essere il baluardo del sistema sanitario dell’area montana e non solo», che si attua anche attraverso la realizzazione del blocco operatorio e il recupero dell’ala danneggiata dal sisma del 2016.
«Per mesi ho chiesto con forza ai vari livelli del partito la discontinuità proprio perché sperimentavo, come cittadina e operatore socio sanitario, le difficoltà del sistema sanitario nell’area montana e, stando a contatto diretto ed ascoltando le persone, era inequivocabile la percezione da parte dei cittadini di non avere risposte adeguate. La discontinuità non è un astratto principio, è un’idea di politica che si traduce proponendo persone che la incarnino e proposte reali ai cittadini. La mia candidatura va in questo senso. Senza fronzoli, né slogan ma con proposte serie e complessive che vadano a ribaltare la percezione dei cittadini e a migliorare il reale vissuto di chi risiede nel nostro territorio», conclude.