ANCONA – Si è parlato di sanità, di riforme, di oltre mezzo miliardo di fondi destinati a vari settori delle Marche, di bandi regionali, di infrastrutture e di fondi per la ricostruzione post sisma e post alluvione, e poi turismo, cultura, enogastronomia, asili nido e altro ancora. Il tutto con il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, stamattina a disposizione della stampa nella lunga e consueta conferenza di fine anno organizzata in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti delle Marche nella sede della Regione ad Ancona.
«Una conferenza voluta da Odg delle Marche – ha ricordato il presidente dei giornalisti marchigiani, Franco Elisei – e realizzata grazie anche all’ufficio stampa regionale e a Renzo Pincini. Sottolineo come la categoria dei giornalisti sia seriamente preoccupata per quanto si sta discutendo in parlamento relativamente al diritto di cronaca». Dopo l’intervento di Elisei che ha trattato soprattutto quest’ultimo tema su cui lo stesso Ordine auspica un pronto intervento da parte del parlamento, è stato il turno del presidente Acquaroli che ha passato in rassegna l’anno che sta per concludersi: «Un 2023 molto importante per il programma di mandato avuto a fine 2020 – ha attaccato il governatore –, il primo anno in cui finalmente, nonostante riflessi negativi della pandemia, penso ai costi energetici e ai riflessi sul sistema sanitario, abbiamo potuto operare dedicandoci all’attuazione del programma elettorale senza essere troppo distratti dalle tante emergenze».
Acquaroli ha ricordato nel suo intervento l’approvazione del piano socio-sanitario 2023-25, ma anche l’approvazione dopo trent’anni della nuova legge urbanistica, così come il piano delle infrastrutture Marche 2032. Ha parlato anche dell’accordo firmato con il Governo relativamente ai 532 milioni arrivati nelle Marche, 333 milioni del fondo sviluppo e coesione destinati a opere infrastrutturali, 154 milioni del fondo di rotazione, destinato ad altri settori come le imprese, il turismo, la cultura, l’inclusione sociale, l’istruzione e la formazione, e altri 44 milioni di cofinanziamento opere. Il presidente ha ricordato anche i 501 milioni di euro di bandi regionali relativi alla programmazione europea 21-27 e si è soffermato a lungo sulla ricostruzione post-sisma ma anche sui 400 milioni stanziati dal Governo per l’alluvione del settembre 2022, per poi parlare del progetto di continuità territoriale finanziato nel triennio 2023-25 da Regione e Governo, cioè il collegamento aereo tra Ancona, Milano, Roma e Napoli. Non solo aeroporto, ma anche porto di Ancona e interporto Marche, nella relazione di Acquaroli, così come il finanziamento per le borse di studio per medici di medicina generale e contratti aggiuntivi per medici specialisti per 3 milioni di euro nel 2024, e quello per la manutenzione dei fiumi per 8,4 milioni di euro.
Un intervento articolato cui hanno fatto seguito le diverse domande dei giornalisti in sala.
Ecco dunque Acquaroli nuovamente sui problemi dei voli relativi all’aeroporto delle Marche: «Sui voli di continuità oggi stesso ci sarà una riunione – ha proseguito il presidente –. C’è soddisfazione ma dopo due anni di lavoro svolto con ministero e Comunità europea, dopo investimento di oltre 3 milioni all’anno certo non possiamo essere soddisfatti di finire ogni giorno sui quotidiani per un disservizio. Certo che di questo non siamo soddisfatti, ma questo non può cancellare il nostro lavoro. Giusto circoscrivere la criticità per risolverla ma senza distruggere l’importanza di questo servizio pubblico per la nostra regione. Già il fatto di essere presenti su tre aeroporti nazionali a vocazione internazionali come Milano, Roma e Napoli per noi come aeroporto delle Marche è una porta d’ingresso enorme». Sulla sanità e sulla figura dell’ex direttore generale Michele Caporossi: «Sono grato a Caporossi per il grande lavoro svolto, ma la vita ci comporta delle stagioni e degli status e Caporossi era in quiescenza, giusto dunque riporre la stessa fiducia per il dottor Gozzini che lo sostituisce». Ancora sulla sanità e sulle liste di attesa definite «per privilegiati»: «Tengo a chiarire che rispetto al verbale dell’organo dei revisori dei conti sono molto preoccupato. Perché il fatto che l’organo dei revisori dei conti compia una denuncia così specifica a me, come presidente della Regione Marche, preoccupa moltissimo. Tant’è che ho chiesto di circoscrivere, di entrare nello specifico. Chiediamo nomi e cognomi delle persone privilegiate e raccomandate per prendere le dovute misure. Le liste d’attesa derivano da quello di cui abbiamo parlato in precedenza. La lista di attesa si crea quando il sistema non riesce a erogare le prestazioni che vengono richieste. Quando c’è difformità tra domanda e offerta. Stiamo lavorando in diverse direzioni, ma il contesto è sempre quello, siamo in una fase di emergenza».
Ancora Acquaroli sui terremotati di Ancona: «Quello che è avvenuto non ha una causa politica ma di procedure burocratiche. La migliore soluzione possibile è quella di collegarlo all’evento sismico del 2016. Abbiamo strutture che possono accollarsi l’emergenza di questo sisma senza troppo sforzo. Siamo contrari ad aprire un’altra struttura emergenziale che gravi sui nostri uffici perché rischiamo di essere meno efficaci. Stiamo cercando con le strutture tecniche del ministero di capire quale possa essere la soluzione più percorribile nel più breve tempo possibile. Ho parlato con Musumeci e con Castelli e sono concentrati sul cercare di dare questa soluzione quanto prima. Il fatto che non sia stata già data non comporta il fatto che non possa essere data nelle prossime ore o settimane». Infine una visione d’insieme relativa al dibattito politico che si aprirà in vista delle prossime elezioni europee: «Penso che nessuno in buona fede possa dire che in questi tre anni non si sia passati dal confronto filosofico sulla regione del futuro a una visione concreta. Lo vediamo dalla Salaria alla galleria della Guinza, sulla Pedemontana, su porto, aeroporto e interporto, su tanti altri nodi strategici, sull’ospedale di Pesaro, su quello di Macerata. Se c’è una cosa che è accaduta nelle Marche in questi anni è che si è passati dalle parole ai fatti. E per noi è motivo di orgoglio, non pretendiamo di fare tutto bene né di avere la bacchetta magica e di risolvere tutto in tre anni, ma il cambio di marcia è sotto gli occhi di tutti».