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Regione Marche e Atim, il Partito Democratico: «Ora si voti per sopprimere l’ente»

Secondo Maurizio Mangialardi «Bruschini è stato il mandatario di scelte politiche che Francesco Acquaroli ha fatto direttamente»

Il gruppo assembleare del Partito Democratico

ANCONA – La relazione della commissione sull’Atim, l’Agenzia per il turismo e l’internazionalizzazione delle Marche dell’ex direttore Bruschini, pubblicata nei giorni scorsi, mette in difficoltà la Regione Marche e la giunta Acquaroli. Si parla di una «diffusa approssimazione nella gestione amministrativa delle procedure», ma anche di «provvedimenti affetti da carenze o mancanze che hanno prodotto effetti giuridici nonostante potessero eventualmente presentare vizi di annullabilità». Le conclusioni della commissione interna sull’operato di Atim, che hanno evidenziato una gestione approssimativa, mancate verifiche e scarsa trasparenza, fissano nero su bianco le criticità che fin dalla sua istituzione erano state sottolineate dal gruppo assembleare del Partito Democratico. Ora i consiglieri dem sono intenzionati a presentare il conto al presidente Acquaroli, chiedendo che nella prima seduta utile del consiglio regionale venga portata in discussione la proposta di legge da loro depositata nel gennaio del 2024 per sopprimere l’ente. Discussione che fino a oggi è stata più volte rinviata dalla maggioranza di centrodestra con i più disparati pretesti.

«Ci sono aspetti poco chiari su Atim, è molto tempo che lo diciamo – ha affermato la capogruppo Pd Anna Casini –, abbiamo presentato interrogazioni, atti ispettivi, mozioni, di fronte ai quali il presidente Acquaroli è stato sempre un muro di gomma. Atim rappresenta la punta dell’iceberg del fallimento di Acquaroli e della sua modalità di governare. Nella relazione si parla di “una diffusa approssimazione della gestione amministrativa delle procedure”: questo è il fil-rouge che lega tutta l’azione amministrativa di Acquaroli, che ha voluto mantenere la delega al turismo, ha deciso di creare Atim, ne ha nominato il direttore, è stato a tutte le inaugurazioni e manifestazioni. Di che numeri parliamo: circa 200 decreti interessati da criticità evidenziate dalla commissione. Ma quelle sollevate sui 200 decreti sono circa 345 e non è un caso che sia stata presentata dal nostro gruppo nel gennaio 2024 una legge che prevede l’abrogazione della legge esecutiva di Atim che non viene mai messa all’ordine del giorno». 

«Ora non siamo più noi a dire che Atim era il braccio operativo di Acquaroli – ha aggiunto Micaela Vitri – ma è stata costretta ad ammetterlo la stessa commissione che lui ha voluto e che lo mette nero su bianco nella relazione. A pagina 12 certifica che Atim lavorava anche su mandato di Acquaroli che sceglieva personalmente come intervenire, a chi dare soldi, quando, come e perché. Questi decreti del direttore Bruschini venivano redatti, scritti e decisi secondo indirizzi approvati dal presidente Acquaroli. Cosa che lui fino ad oggi non ha mai detto. E il programma che Atim poneva alla giunta Acquaroli veniva addirittura modificato, integrato, con altri affidi o interventi. Firmati dal direttore di Atim in base agli indirizzi approvati con delibera di giunta. Affidi diretti a pioggia, una montagna di soldi, oltre 12 milioni di euro, dei quali un terzo sono andati a società romane. La relazione dice anche che in molti casi i servizi sono già stati liquidati ma se si fosse giunti in anticipo l’affido avrebbe potuto essere bloccato». «La relazione della commissione non ci ha affatto soddisfatto – ha ribadito Fabrizio Cesetti – serve una commissione d’inchiesta. Non sta scritto da nessuna parte che chi deve essere controllato diventa controllore. Però non poteva non dire tante delle cose che abbiamo detto in questi anni. C’è una chiara responsabilità politica e anche amministrativa. Una commissione lacunosa dal punto dei vista dei contenuti e, soprattutto, in conflitto di interessi. Dentro a questa risultanza c’è un sacco di qualità che non fa altro che confermare tutto quello che il Pd aveva denunciato. Ma anche dei vuoti inaccettabili e incomprensibili che tradiscono i cittadini marchigiani. Acquaroli dovrebbe chiedere scusa».

«Il 12 gennaio del 2024 – ha detto Antonio Mastrovincenzo – abbiamo presentato una proposta di legge per abrogare Atim. Da allora ci siamo battuti prima in commissione e poi in consiglio affinché il testo venisse discussi quanto prima, ma ci siamo puntualmente scontrati con l’ostruzionismo del centrodestra, che evidentemente ha timore di affrontare un dibattito pubblico sulla malagestione dell’Agenzia. Ora però, alla luce dei risultati della commissione, esigiamo che in occasione della prossima seduta del consiglio, in programma il 15 aprile, la questione sia affrontata in via prioritaria». Sull’argomento la chiosa del vicepresidente del consiglio dell’assemblea legislativa delle Marche, Maurizio Mangialardi: «Questo gruppo assembleare ha sempre avuto le idee molto chiare su quello che sarebbe accaduto. Siamo stati predittivi, che non è una cosa da poco. Abbiamo chiesto la revoca di Atim in tempo reale e abbiamo chiesto al presidente di fare quello che era giusto che facesse, cioè che rimettesse la delega al turismo. Abbiamo atteso, sapevamo che sarebbe accaduto. Bruschini è il mandatario di scelte politiche che Acquaroli ha fatto direttamente. Anche dei soggetti affidatari dei servizi con quelle modalità».