PESARO – Reparto materno infantile di Pesaro, le polemiche non si fermano. Giulia Marchionni, capogruppo Prima c’è Pesaro, e Michele Redaelli, capogruppo Forza Italia, attaccano il centrosinistra.
«Difficilmente si può dimenticare quando nel 2020 la giunta Ceriscioli, per ragioni legate al covid, decise di chiudere il reparto materno infantile di Pesaro.
La necessità reale di liberare spazi necessari all’apertura di nuove terapie intensive per fronteggiare l’epidemia non lasciava grandi margini di manovra. Con l’avvento della nuova giunta Acquaroli, il consigliere regionale Baiocchi e l’assessore Saltamartini, prendendo in mano il dossier della mancanza di un reparto materno infantile a Pesaro, hanno fin da subito condiviso l’opportunità di prevederne la riapertura non soltanto dando voce alle istanze delle famiglie pesaresi, ma anche e soprattutto guardando ai dati».
E i dati parlano chiaro: negli scorsi due anni con la chiusura del punto nascita a Pesaro i bambini sono nati a Urbino, a Fano e soprattutto a Rimini.
«La decisione della giunta di riaprire il punto nascita a Pesaro è la naturale conseguenza. Pur comprendendo le difficoltà legate alla scarsità del personale (difficoltà che però riguardano ogni reparto) non è pensabile che una situazione venutasi a creare in un momento di emergenza come quello del Covid diventi strutturale e definitiva. Non è pensabile che l’intera vallata del Foglia con una città capoluogo di provincia che ha quasi 100.000 abitanti rimanga priva del reparto materno infantile e quindi di ginecologi e pediatri che garantiscano le proprie cure».
Per i consiglieri «la vera sfida va oltre a tutto questo: costruire la migliore strategia possibile per il futuro, una strategia che si lasci alle spalle i criticoni per partito preso che contestano ogni singola iniziativa della Regione e che metta da parte il campanilismo e guardi piuttosto al bene di tutti.
Se il tema è quello di realizzare un unico punto nascita provinciale, la richiesta è legittima, anche se riteniamo che la strategia migliore sia il mantenimento di tre punti nascita provinciali, magari prevedendo nella nuova struttura pesarese un reparto materno infantile all’avanguardia e con tutte le specialità emergenziali dedicate ai nascituri. Ovviamente questo, come altri temi, saranno il cuore del prossimo piano socio – sanitario che la giunta affronterà».