OSIMO – Anche a Osimo parte lo studio in vista della riapertura di ristoranti e bar fissata dal Governo al 18 maggio. Nel labirinto fitto di ordinanze in vista della ripartenza, per quei locali si insinua la paura di non farcela, l’incertezza in merito ai dispositivi da adottare per riaprire in sicurezza e la necessità di aiuti per colmare le perdite del periodo di chiusura.
Il consigliere di opposizione per “Progetto Osimo futura” Achille Ginnetti lancia la proposta: «Le attività di ristoranti e bar devono ripartire con la massima sicurezza per i clienti ma dando la possibilità di poter esercitare la propria attività senza penalizzazioni per poter garantire gli stessi posti che avevano fino a febbraio scorso. Viste le stringenti norme sul distanziamento una soluzione facilmente percorribile e immediatamente disponibile è l’aumento degli spazi all’aperto. Ovviamente non andranno assoggettati alla Tosap, da sospendere almeno per tutto il 2021, come già deliberato da altri Comuni a noi vicini. Per la stagione invernale dovrà essere predisposta l’installazione di dehors progettati dagli Uffici comunali per armonizzare l’arredo urbano. Questa proposta, per quanto riguarda il centro storico, presuppone una diversa collocazione di una parte del mercato settimanale e una revisione del piano parcheggi. “Progetto Osimo futura” è disponibile a incontrare i singoli operatori e le associazioni di categoria per sottoporre nel dettaglio le soluzioni progettate».
In parallelo Gilberta Giacchetti delle Liste civiche aggiunge: «L’impegno primario per noi rimane sistemare e aiutare le 400 famiglie colpite dal virus, aprire un hotel Covid anche ad Osimo, assegnare aiuti alle cinquemila famiglie che sono sotto la soglia della povertà, organizzare i servizi di assistenza dei beni di prima necessità come altri Comuni, anche i più piccoli, stanno facendo, comunicare dati e modalità delle norme di sicurezza, mettere in sicurezza gli edifici pubblici. Il bilancio comunale va rifatto, le tasse comunali azzerate e i soldi impiegati per le famiglie. Per un anno (il 2020) non muore nessuno».