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Riaperture anticipate, balneari in agitazione per le linee guida Inail

Il documento tecnico contenente le misure di contenimento per la balneazione, prevede misure molto più stringenti di quelle previste dai protocolli regionali. Il rischio è che tante attività del settore facciano fatica a ripartire

Le spiagge di Porto Recanati (Foto dal sito del Comune)

ANCONA –  Operatori balneari in agitazione dopo le linee guida varate dall’Inail e dall’Istituto Superiore di Sanità. Il documento tecnico sull’analisi di rischio e le misure di contenimento del contagio da Sars-CoV-2 nelle attività ricreative di balneazione e in spiaggia, potrebbe infatti rimescolare le carte in tavola per quanto riguarda il protocollo stilato dalla Regione Marche insieme alle associazioni di categoria per le riaperture in sicurezza dei balneari. Il documento, che interviene anche sulle riaperture dei pubblici esercizi, si discosta da quello della Regione per quanto riguarda il distanziamento previsto tra gli ombrelloni, mentre sul fronte dei bar e ristoranti ci sarebbero sostanzialmente solo alcune limature nelle distanze tra i tavoli che rispetto a quelle della Regione vedono 2 metri anziché 1.

C’è da dire che al momento sembrerebbe che le prescrizioni Inail possano avere carattere indicativo e forse non vincolante, nell’attesa che arrivino maggiori dettagli nelle prossime ore l’agitazione degli operatori si fa sentire. Il rischio, infatti, è che se fossero applicate tante attività facciano fatica a ripartire.

Andando a spulciare il documento relativo ai balneari salta subito all’occhio che la distanza minima tra le file degli ombrelloni dovrebbe essere pari a 5 metri, mentre quella prevista dal protocollo della Regione va dai 3 ai 3,5 metri. Non solo. La distanza minima tra gli ombrelloni della stessa fila secondo l’Inail e l’Iss dovrebbe rispettare i 4,5 metri, mentre secondo il protocollo della Regione dai 3 ai 3,5 metri. Insomma una bella differenza. E ci sono già le prime reazioni di sconcerto.

Il direttore di Confcommercio Marche Massimiliano Polacco dichiara: «Siamo fortemente preoccupati dall’iniziativa dell’Inail che ha messo mano in maniera molto evidente al settore terziario, considerato solitamente a basso rischio. Le misure previste per i balneari destano una grande preoccupazione perché renderebbero difficile la ripartenza di queste attività. Vediamo domani cosa deciderà  il Governo, ma intervenire in maniera così pesante desta sconcerto. Non dobbiamo dimenticare che parliamo di uno dei settori che sta subendo le ripercussioni più pesanti in seguito al lockdown, inoltre parliamo di attività che sono all’aria aperta, per le quali dunque le misure dovrebbero essere meno stringenti, come sostengono alcuni virologi. Attendiamo di conoscere quale sarà la valutazione a livello governativo,  ma certamente non ci aspettavamo un intervento nazionale così a gamba tesa. In ogni caso la Regione Marche ha svolto bene il suo lavoro sui protocolli».

Una questione che agita non poco gli operatori balneari, come spiega Romano Montagnoli, responsabile regionale Sib (Sindacato Italiano Bagnini): «Ci aspettiamo che la Regione mantenga il protocollo concordato con le associazioni e che sia al nostro fianco per difenderlo. Le misure dell’Inail sono eccessivamente restrittive sia per quanto riguarda il distanziamento delle attrezzature, che la schedatura della clientela, fino all’inibizione dei giochi per bambini al divieto dell’uso delle piscine, che di fatto impedirebbero la balneazione sul 70% della costa italiana».