FERMO – Per il centro storico di Rapagnano, nel fermano, il municipio rappresenta sicuramente uno dei monumenti più importanti e significativi, con la sua vela campanaria che svetta in posizione centrale ed accoglie, in una nicchia circolare modanata, uno dei due caratteristici orologi. D’altronde, si è davanti ad un antico castello di cui esistono ancora le fortificazioni, posto su un’altura a 300 metri di altitudine, a dominare la vallata del Tenna. In cui ogni angolo del centro storico racchiude una piccola gemma.
L’intervento
Il municipio di Rapagnano è ovviamente il simbolo anche a livello strategico, nonostante i problemi registrati fin dalla prima scossa di terremoto, in particolare dopo quelle del 26 e 30 ottobre 2016, quando fu lesionato in maniera significativa risultando inagibile. Oggi è arrivato però un passaggio importante: l’Ufficio Speciale Ricostruzione ha infatti approvato il progetto esecutivo di adeguamento sismico per un importo di un milione e 825mila euro. L’intervento punta sostanzialmente al consolidamento statico ed all’adeguamento sismico delle strutture, al ripristino degli impianti ed alla ridistribuzione funzionale di alcuni spazi dei cinque piani (compreso il seminterrato) dell’edificio situato in piazza Siccone.
La storia
Prima del sisma, nel palazzo trovavano posto diverse associazioni culturali, gli uffici della polizia municipale, una piccola biblioteca, tutti gli uffici comunali, un teatrino, la sala consiliare ed anche magazzini e depositi. Un salto nel passato: già dal 17esimo secolo, qui, erano attestate molte funzioni pubbliche, tra cui il mulino, il macello, l’ammazzatora ed il pelatoio, il fascinaro, il granaio e l’annona, la pesa pubblica al pianterreno con accesso sempre da piazza Siccone. Dopo alcuni terremoti distruttivi susseguitisi nel tempo, ecco che nel 1791 prende avvio la demolizione del vecchio edificio con la ricostruzione mirata a mantenere inalterato il perimetro esistente, riutilizzando le antiche fondamenta. Il governo di Roma affidò il progetto all’architetto Virginio Bracci.