MUCCIA- Ripartire dai giovani per rilanciare i Sibillini. È questa la strategia emersa dallo “Studio preliminare di progetti per la rinascita del tessuto produttivo e sociale delle comunità dei Sibillini colpite dal sisma”. Il rapporto è stato presentato nel pomeriggio di oggi 25 luglio presso la sede della distilleria Varnelli di Muccia, una delle più grandi aziende del territorio.
Sono intervenuti per la Fondazione Cariverona Giampaolo Giampaoli, per Istao il presidente Pietro Marcolini, gli autori dello studio Valeriano Balloni e Matteo Pasquini insieme all’ingegner Marco Rinaldi. Presenti Orietta e Simonetta Varnelli e i rappresentanti delle realtà economiche locali e dei comuni che sono stati oggetto dello studio: Muccia, Pievetorina, Fiastra, Ussita e Castelsantangelo sul Nera.
Finanziato dalla Fondazione Cariverona e commissionato all’ISTAO di Ancona, lo studio ha individuato quattro progetti per il rilancio delle aree colpite dal sisma: una summer school per la formazione manageriale di giovani imprenditori nel settore alberghiero e turistico; una smart web unit per mettere in rete le realtà del territorio; una programmazione coordinata che punti alla promozione di paesaggi, prodotti enogastronomici, tradizioni artistiche e culturali; la realizzazione delle “Porte di Ingresso” ai Sibillini, ovvero di percorsi esperenziali su misura, che prevedano non solo itinerari, ma anche una vera e propria narrazione dei luoghi, in modo che il turista possa scoprire i segreti della Sibilla, innamorandosi dei luoghi che andrà a visitare ancora prima di vederli.
L’area individuata per la realizzazione dei progetti è quella che va da Pievetorina a Castelsantangelo sul Nera.
La presentazione dello studio preliminare è stata l’occasione per un confronto tra il gruppo di progettazione, coordinato dal professor Balloni con Matteo Pasquini, i sindaci e gli imprenditori interessati al piano di rilancio, ha spiegato Pietro Marcolini, presidente Istao.
Una iniziativa concreta, che punta a tradursi in «attività economiche vere e proprie per promuovere lo sviluppo economico a traino culturale, turistico ed enogastronomico del territorio», ha sottolineato Marcolini.
«Un confronto proficuo, ha detto Giampaolo Giampaoli, l’imprenditore dell’azienda dolciaria anconetana e membro della Fondazione Cariverona – che ha registrato una buona presenza di sindaci locali. Il progetto è stato molto apprezzato, pertanto andremo avanti su questa strada». Un rilancio, quello dei Sibillini, che in attesa della ricostruzione, scommette tutto su formazione, turismo e imprenditoria giovanile.
«Dobbiamo creare una nuova cultura per la gestione avanzata del turismo, sulla scia del modello alto atesino, promuovendo corsi di formazione post diploma per alimentare l’imprenditorialità giovanile» ha detto Valeriano Balloni, coordinatore dello studio.
Nell’ambito della tradizione enogastronomica l’iniziativa punta alla valorizzazione delle eccellenze per trasferire «genuinità e distintività del territorio – ha precisato Balloni – sceglierei la Genziana come simbolo dei prodotti e della cultura dei luoghi, dove nasce, cresce e si sviluppa». Obiettivo per il coordinatore del progetto essere testimoni di una cultura del bello che deve essere percepita e sentita. Tra i prodotti individuati: pecorino, ciauscolo, tartufo e miele. «Abbiamo bisogno di giovani, di energie nuove e di entusiasmo. I sibillini sono luoghi dalla bellezza indescrivibile, che gli italiani ci invidiano. Non possiamo più aspettare, dobbiamo superare le lungaggini della politica, perché si corre il rischio di spopolare un territorio. Occorre invece mantenere qui i giovani per rilanciare queste zone».
Giovani che secondo Balloni, devono essere in grado di raccontare un territorio attraverso i loro prodotti, «serve poesia, dobbiamo farli innamorare della loro professione» ha concluso.