SENIGALLIA – Rimuovere la legna dai letti dei fiumi per evitare nuove alluvioni e dare più sicurezza ai territori; restituire centralità al ruolo di agricoltori e allevatori; valorizzare i materiali che dopo gli spiaggiamenti finirebbero altrimenti in discarica. Questo il senso del progetto sperimentale presentato oggi, 1° dicembre, alla rotonda a mare di Senigallia. Un’idea nata dalla collaborazione tra Coldiretti, Federforeste, Consorzio di Bonifica e aziende agricole del territorio.
Una decina le realtà agricole che hanno aderito a questa sperimentazione per dare risposte a seguito dell’alluvione che l’anno scorso causò 13 morti e danni per due miliardi di euro. Danni in parte causati anche dagli ostacoli che i fiumi Misa e Nevola incontrarono lungo il loro percorso durante la piena del 15 e 16 settembre 2022: enormi quantità di tronchi, rami e detriti di natura vegetale vennero trascinati nei pressi di numerosi ponti lungo la vallata favorendo la fuoriuscita dell’acqua e del fango che invasero strade, abitazioni e aziende. Da qui la volontà di non permettere che situazioni simili si ripetano.
«In passato allevatori e agricoltori si prendevano cura di fossi e fiumi raccogliendo la legna, un fatto scontato ma poi divenuto oggetto di tensioni. In attesa che si faccia la manutenzione straordinaria – spiega Mirco Carloni, presidente della commissione agricoltura della Camera dei Deputati – dobbiamo riprendere quello che è il sano e naturale rapporto tra ambiente e agricoltore, che per me rimane il bioregolatore vero del nostro sistema ambientale». Da qui il via all’iter parlamentare del progetto poi finito nella scorsa legge di bilancio. «Parlare di legna sembra una stupidaggine ma non è così scontato – ha aggiunto Carloni – Ora servono progetti come questo per creare una filiera del legno».
Il progetto “Raccogliere per contenere, promuovere, prevenire” va nel senso di ripulire il fiume Misa permettendo agli agricoltori e agli allevatori di prelevare la legna che può quindi trasformarsi in energia a costo zero per famiglie e aziende, senza il timore di sanzioni, al contempo liberando fossi e fiumi dai residui di tagli e altri interventi sulla vegetazione.
«Non ci possono essere solo emergenze – ha affermato durante il convegno Andrea Montresor, coordinatore territoriale di Federforeste Marche – negli ultimi cento anni ci sono state almeno 44 alluvioni. E’ ora di passare a un modello che possa in qualche modo contribuire alla prevenzione di certi fenomeni, in collina, nelle vallate così come in montagna. Una soluzione che può creare anche reddito ed energia per tante persone».
Promotrice dell’iniziativa, poi sfociata nel decreto Legna con un fondo di 500 mila euro, è la Coldiretti che ha sottolineato la funzione pubblica di presidio del territorio, per agricoltori e allevatori. Ruolo però, secondo la presidente regionale Maria Letizia Gardoni, ostacolato «negli ultimi anni da un ideologismo ambientale estremo e da eccessiva burocrazia».