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I rincari strozzano l’edilizia, Ance Marche: «Blocchiamo i cantieri»

Alla protesta contro i rincari e l'irreperibilità dei materiali, aderiscono 200 imprese edili. Il blocco arriva alla vigilia dell’incontro di tra l’Ance nazionale e il commissario straordinario alla ricostruzione post sisma Giovanni Legnini

Immagine di repertorio

ANCONA – Ance Marche blocca i cantieri, per protesta contro i rincari che stanno strozzando il settore dell’edilizia. Lo stop è stato comunicato oggi nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta questa mattina presso la sede Ance Marche di Ancona, alla presenza dei presidenti territoriali e di quello regionale dell’associazione che riunisce le imprese delle costruzioni aderenti a Confindustria (2.500 imprese che danno lavoro a poco più di 50mila addetti).

«Blocchiamo i cantieri per una prima settimana dopo averli messi in sicurezza: se fino a pochi giorno fa i rincari delle commodities e l’irreperibilità dei materiali rappresentavano per gli imprenditori edili una marcata criticità, con lo scoppio della guerra russo-ucraina ci troviamo sopraffatti dagli eventi e in condizione di grave emergenza» ha detto Stefano Violoni, presidente regionale dell’Ance.

Un blocco che arriva alla vigilia dell’incontro di domani tra l’Ance nazionale e il commissario straordinario alla ricostruzione post sisma, Giovanni Legnini, al centro del quale alcune delle criticità lamentate dagli imprenditori edili. Un settore che nelle Marche, con la ricostruzione post sisma, che vede proprio qui il cantiere più grande d’Europa, può avere in mano lavori per 17,6 miliardi rispetto al danno stimato complessivo che sfiora i 27,3 miliardi di euro.

Solo nell’area del cratere sismico, a fine dicembre erano in attivo 843 imprese con lavori in corso in 6.200 cantieri, con al loro interno altre 14.800 unità immobiliari residenziali o produttive.

All’iniziativa di protesta nelle Marche aderiscono circa 200 imprese edili. «Da mesi leviamo in coro le nostre voci al governo, ma siamo rimasti inascoltati – ha detto il presidente Ance Marche -: il nostro grido d’allarme non si può ignorare e merita risposte concrete e immediate».

«Chiudiamo ora per non chiudere per sempre», ha sottolineato Violoni, spiegando che «ad oggi mancano le condizioni per lavorare seriamente e serenamente. Urgono azioni straordinarie da parte del governo volte a compensare da un lato l’ascesa dei prezzi e dall’altro l’irreperibilità dei materiali».

L’impennata nel listino dei prezzi ha azzerato le marginalità per le imprese e ha «portato decine di aziende marchigiane a chiudere». Come uscire da questa situazione? Secondo l’associazione occorre procedere con l’aggiornamento dei prezziari regionali, l’eliminazione delle gare d’appalto sottocosto, con un impianto normativo chiaro e stabile per le agevolazioni per gli interventi edilizi alla moratoria su mutui, fino all’attivazione della cassa integrazione straordinaria, «da attivare nei prossimi giorni, altrimenti ci sarà un impatto occupazionale importante, che già rappresenta un fattore critico per l’edilizia».

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