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Rincari energetici, Confcommercio lancia “bollette in vetrina”. Polacco: «La situazione è drammatica»

Confcommercio Marche Centrali denuncia i rincari energetici che stanno affliggendo le imprese: «L'ultima bolletta un salasso, aumenti fino a 5 volte». Le richieste poste sul tavolo del governo e l'ipotesi razionalizzazione ad ottobre per ridurre i consumi

Massimiliano Polacco, direttore Confcommercio Marche

ANCONA – La situazione sul fronte dei costi energetici «è drammatica» per le imprese. La denuncia arriva da Confcommercio. L’associazione di categoria nella sede regionale di Ancona, questa mattina ha presentato l’iniziativa “Bollette in vetrina” lanciata su scala nazionale, regionale e territoriale, per sensibilizzare, cittadini e consumatori, sulle difficoltà attraversate dalle imprese che si sono viste recapitare bollette per le utenze dell’energia elettrica e del gas con costi che in alcun casi sono anche quintuplicati.

«Abbiamo riaperto dalle ferie sommersi dalle chiamate dei nostri imprenditori e delle nostre imprese che hanno ricevuto l’ultima bolletta che era un salasso, in qualche caso parliamo di un aumento di 5 volte» ha detto il direttore Confcommercio Marche Centrali, Massimiliano Polacco. Da qui l’invito alle attività e alle imprese associate ad esporre in vetrina i costi dell’ultima bolletta di luce e gas e quelle relative allo stesso periodo 2021, per «lanciare un grido d’allarme sul caro energia invocando provvedimenti urgenti e immediati per scongiurare un tracollo socio-economico».

Massimiliano Polacco

Polacco ha spiegato che se a livello europeo il prezzo del gas il 25 agosto del 2021 costava 27 euro, alla stessa data del 2022 (25 agosto) «costa 310, pertanto le bollette continueranno a salire e diventerà una situazione ingestibile dal punto di vista aziendale. Per questo motivo stiamo sollecitando il governo, che è attento soltanto per un certo tipo di imprese, perché vorremmo che con il decreto Aiuti invece intervenga su tutto il settore delle imprese, a prescindere se siano aziende grandi o piccole, su tutto il mondo dell’impresa commerciale, turistica, dei trasporti e della logistica». «In questo momento – osserva – l’unico che può fare qualcosa è Draghi. Il problema va risolto adesso» ha spiegato anche perché «il nuovo governo non si insedierà fino ad ottobre».

Il direttore Confcommercio Marche Centrali ha spiegato poi che dall’associazione degli imprenditori del porto di Ancona è giunta notizia che «in qualche caso gli aumenti dei costi energetici sono addirittura pari a sette volte, e in qualche caso, alcuni imprenditori stanno tornando indietro, iniziando a riutilizzare ad esempio il gasolio che costa meno del gas e del metano, con problemi legati anche all’ambiente».

Con la campagna elettorale per le politiche del 25 settembre, entrata nel vivo, l’intento dell’associazione di categoria è quello di dimostrare «al governo e ai nuovi politici che andranno al governo, che le nostre imprese non riescono più ad andare avanti». «Se la dinamica dei prezzi non vira questo trend – ha aggiunto – nei primi mesi del 2023, 6mila imprese del comparto terziario e circa 18,5mila dipendenti, dovranno cessare l’attività e perderanno il posto d lavoro».

Un momento della presentazione nella sede Confcommercio

Secondo uno studio nazionale Confcommercio «non ci sarà abbastanza energia e per ottobre si ipotizzando una razionalizzazione dell’energia», ha spiegato Polacco, una situazione che «deve essere presa in mano dall’attuale governo, cioè dal governo Draghi e subito dopo da chi vincerà le elezioni. Questo è il problema dei problemi delle crisi di oggi e forse il problema principale, sottovalutato negli ultimi 20 anni, e la situazione italiana è peggiore di quella del resto di tutta Europa, addirittura la Spagna e il Portogallo per una politica energetica migliore si trovano con un 40% di costi energetici inferiori all’Italia». Una situazione che mette l’Italia nella condizione di «non riuscire ad avere prodotti competitivi, né un Paese competitivo».

Secondo Massimiliano Polacco l’aumento del costo energetico «è sproporzionato», sia per quanto riguarda l’energia elettrica che il gas, anche se «la dinamica del gas è superiore a quella dell’energia elettrica, ma è una conseguenza». Tra le richieste avanzate da Confcommercio per porre un freno ai rincari c’è quella di una «accelerazione a livello europeo del Recovery Fund per quanto riguarda l’energia, una fissazione definitiva di un prezzo del gas a livello europeo e una maggior trasparenza per quanto riguarda il credito d’imposta per le nostre imprese».

Da un confronto redatto dall’Ufficio Studi Confcommercio Marche, fra le “bollette” energetiche arrivate alle imprese nel luglio 2020 e 2021, con quelle del luglio 2022, emergono molto chiaramente i rincari: un Albergo 4 stelle con 108 camere nel luglio 2020 pagava 7.781,34 euro, nel luglio 2021 pagava 11.328,34 euro, mentre nel luglio 2022 l’utenza luce/gas ha un costo pari a 30.592,26 euro. Un Albergo 3 stelle con 37 camere e ristorante nel luglio 2020 pagava 3.074,69 euro per luce/gas, nel luglio 2021 invece 5.195,95 euro,, invece nel luglio 2022 si vede addebitare un costo di 15.016,95 euro. Situazione complessa anche per ristoranti e negozi: dai dati Confcommercio Marche un ristorante che nel luglio 2020 pagava 2.149,22 euro e nel luglio 2021 pagava 3.641,11 euro, nello stesso periodo del 2022 è costretto a sborsare 8.633,16 euro, mentre un negozio passa da 519,12 euro del luglio 2020 ai 1.483,16 euro del 2022.

Rincari che non risparmiano neanche la stessa associazione di categoria che ha adottato una politica di razionamento energetico: nella sede di Confcommercio Marche Centrali, spiega Polacco, fino al 15 settembre l’aria condizionata sarà accesa «solo la mattina», mentre dopo il 15 settembre «chiudiamo tutto». Secondo Polacco la razionalizzazione energetica «è l’unica azione» che può essere messa in campo dalle imprese per «ridurre i consumi, non ci sono altre azioni».

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