ANCONA – È di nuovo polemica intorno alla determina 742 varata il 31 dicembre scorso dalla Direzione regionale Salute per riorganizzare l’assetto dell’Asur Marche.
Dopo che nei giorni scorsi erano praticamente insorte pressoché tutte le sigle sindacali, il direttore generale Nadia Storti aveva messo in standby la questione «fino al completamento del percorso attuativo del nuovo Contratto Collettivo Nazionale dell’area sanità». L’apertura verso le loro richieste, che in parte ha soddisfatto Anaao Assomed, ha suscitato invece la dura reazione dell’Intersindacale, costituita da Fvm, Cimo, Cgil, Cisl, Uil, Fassid, Fessmed, e Anpo, tutti uniti per chiedere la revoca della determina.
I sindacati tornano a puntare il dito contro il taglio di «130 incarichi di struttura», previsto dall’atto contestato. La vice presidente Fvm (Federazione Veterinari Medici) Marche, Alessandra Moraca, pone l’accento sulla questione spiegando che si tratta di «una battaglia per il buon funzionamento della sanità marchigiana e per la tutela dei cittadini».
«Nell’incontro convocato per il 29 gennaio, si verificherà se vi sono le condizioni per un confronto chiarificatore al fine di dare risposte certe ai cittadini ed ai dirigenti sanitari», si legge nella nota dell’Intersindacale che interviene anche su un’altra vertenza, quella relativa alla richiesta di sottoscrizione dei contratti collettivi integrativi (Ccia) per la quale avevano da tempo chiesto all’Asur Marche i dati sulla costruzione dei Fondi contrattuali e dei residui dal 2010 al 2019 per i contratti collettivi integrativi che attendono il rinnovo.