ANCONA – Il ripascimento della spiaggia di Portonovo, operazione che si ripete ogni cinque anni e che ha interessato nelle notti scorse il tratto compreso tra il ristorante Emilia e la spiaggia libera, non manca di raccogliere opinioni contrarie e contributi che vanno alla ricerca di soluzioni alternative. L’operazione, che ha portato a Portonovo 2.200 metri cubi di materiale e che è costata 150mila euro, è già stata messa a dura prova dalla mareggiata di questi giorni che ha rischiato di vanificare lavoro e di gettare al vento denaro pubblico. Sul ripascimento e sulla necessità di trovare soluzioni diverse le parole del presidente facente funzione del Parco del Conero, Riccardo Picciafuoco: «Quello dell’efficacia dei ripascimenti è un tema ormai vecchio che non risolve il problema e prevede un dispendio continuo di risorse pubbliche – spiega l’architetto –. Meglio sarebbe studiare una soluzione condivisa con tutte le istituzioni, Regione Marche, Comune di Ancona e gli operatori, per prevedere un arretramento degli stabilimenti che sia sostenibile sia sotto l’aspetto ambientale che economico. Questi interventi di ripascimento che si ripetono ogni quattro o cinque anni, particolarmente onerosi per le casse pubbliche, creano malumori e disagi ai fruitori e sono invasivi sull’ecosistema fragile, senza dimenticare che gli inerti non possono avere le stesse caratteristiche qualitative di quelli trattati dal mare».
Il presidente Riccardo Picciafuoco ripercorre anche le tappe relative al ripascimento che si sono susseguite nell’arco degli ultimi quindici anni: «Il Piano particolareggiato del 2011 poi ripreso dal Piano del Parco venne adottato dalla giunta Gramillano ma poi non concluso dalla prima giunta Mancinelli ed era stato condiviso anche dagli stessi operatori che erano sostanzialmente d’accordo nell’arretramento». Serve una visione di lungo termine e non interventi tampone che, come ha ricordato di recente anche il consigliere comunale Francesco Rubini, vanno solo a vantaggio di pochi: «Auspichiamo – conclude Picciafuoco – che si possa riprendere questo confronto e riaprire un tavolo al quale il Parco del Conero è pronto a sedersi per contribuire a risolvere tutti insieme e definitivamente una questione annosa».
Sul tema interviene anche la verde e ambientalista Caterina Di Bitonto: «Dopo decenni di inutili ripascimenti, realizzati col soldi pubblici buttati al vento, è giunto il momento di scegliere la strada per risolvere definitivamente la situazione che va affrontata, perché stiamo perdendo Portonovo, dal punto di vista turistico, ma principalmente dal punto di vista ambientale. Esiste uno strumento, il Piano del Parco, che va rivisitato, giusto un po’ e non stravolto, assieme ai soggetti coinvolti per garantire tutela e rispetto dell’ambiente ed in questo modo permettere una fruizione sostenibile di Portonovo attraverso l’arretramento degli stabilimenti. Il mare si riprende sempre ciò che gli viene tolto, da sempre, e non possiamo ogni anno assistere a ripascimenti e mareggiate, controllo delle previsioni del tempo e corse contro il tempo. Facciamo presto per salvare ciò che è rimasto di un luogo meraviglioso che solo così potrà continuare a regalarci anche un turismo sostenibile e rispettoso».