FABRIANO – Indirizzare tutte le risorse su progetti specifici. Questa la ricetta proposta dal segretario della sezione di Fabriano della Confartigianato, Simone Clementi, per tentare di arrestare l’emorragia di posti di lavoro nel comprensorio cittadino. I dati del Ciof (Centro per l’impiego e la formazione) parlano chiaro: oltre 5mila disoccupati in città e con l’aggiunta dei lavoratori attualmente in mobilità, si rischia di superare addirittura quota 6.000. Se questo dato viene confrontato con la popolazione attiva, 14-65 anni, si arriva ad una percentuale del 30% di disoccupati residenti o, comunque, domiciliati, a Fabriano.
«Sono dati molto preoccupanti e secondo me bisogna capire che è un compito della politica disegnare il futuro di questo territorio. Se non riusciamo ad attrarre nuovi insediamenti produttivi non avremo la forza per sostenere la nostra società. E occorre ridimensionarci. Bisogna lavorare su ripopolamento industriale e artigianale con un progetto semplice, ma concreto. Tornare a essere attrattivi», ribadisce con forza Clementi.
«Fabriano ha un gap infrastrutturale e logistico che si sta cercando di colmare. Penso alla Quadrilatero, opera che deve essere ultimata prima di subito. Ma anche il raddoppio ferroviario Orte-Falconare è fondamentale. Abbiamo fatto l’impossibile in questi ultimi decenni, ma ora non basta più. Anche la politica, in questi ultimi anni, è stata poco incisiva. Come c’è anche da lavorare sugli imprenditori a livello culturale. Tutte le forze in campo devono lavorare in modo sinergico. Non si può stare fermi, in attesa degli eventi. Occorre reagire, aiutando le piccole imprese».
E per fare questo, «non occorrono incentivi a pioggia, ma mirati. Un collegamento a livello politico a tutti i livelli per venire in soccorso di un territorio, come il nostro, che deve godere di particolari vantaggi, penso ad esempio ad agevolazioni per start-up».
Clementi si rivolge, direttamente, anche alle grandi realtà industriali. «Occorre parlare con questi imprenditori affinché mantengano le produzioni di qualità sul territorio. Fare, quindi, un’analisi del territorio e capire quali aziende possono riconvertire il proprio business per essere indotto delle grandi, aiutando questa riconversione. Fabriano fabbrica etica diffusa aveva questo scopo, ma c’è stata poca presenza della politica, serve più incisività. Sull’economia, non serve una politica di parte, deve essere apartitica. L’idea non ha colore, ma serve a tutti, per il benessere del territorio. Soprattutto quando le risorse sono sempre di meno. Per questo – conclude il segretario della Confartigianato di Fabriano – si deve dar vita a una cabina di regia per effettuare scelte precise per la ripartenza produttiva e occupazionale. Non a pioggia. Si identificano uno, due, tre progetti e si investe su questi».