JESI – Centro sociale L’Incontro gremito fino all’inverosimile ieri sera per Risorgipeppe, l’evento musicale organizzato in collaborazione tra diverse realtà cittadine per esprimere contrarietà alla costruzione della Torre Erap, la palazzina di sette piani che dovrebbe sorgere in via Tessitori.
Due palchi e una decina di gruppi musicali hanno intrattenuto il folto pubblico dal pomeriggio fino a tarda serata, intervallati dagli interventi delle realtà cittadine contrarie alla costruzione: Arci Jesi-Fabriano, Centro Studi Libertari Luigi Fabbri, il Comitato Parco del Granita, il Coordinamento No Torre Erap, il gruppo consiliare Jesi in comune – Laboratorio Sinistra, Libera presidio di Jesi, Meetup Spazio Libero e l’associazione Valvolare. «Siamo qui per risolvere questo problema che è di tutta la città» le parole di Gastone Pierucci che insieme a Marco Gigli per La Macina ha aperto le danze, preceduti dal Canzoniere dell’Anpi. Nel pomeriggio si sono succeduti Fefo Dr Sax, Quei Fiori Malsani, Riciclato Circo Musicale, Silking Selkis, Traballo, Vincanto, ha chiuso la serata Palmer Generator. «Questo quartiere ha bisogno di verde, non di nuovi palazzi» il commento di Cristiano Bernardi per l’Arci.
Risorgipeppe è stato organizzato con l’intento di rendere visibile la lotta al progetto della torre Erap e per una riqualificazione del quartiere San Giuseppe: «Il deserto che ci è toccato qui a San Giuseppe è fatto di giardini e parchi con una sola altalena che non sia rotta o pericolante, di strade e marciapiedi pericolosi da percorrere per il loro stato, dall’assenza di centri di aggregazione per le centinaia di giovani che lo abitano – il commento di Giacomo Cingolani per Jesi in Comune – Viviamo in una crisi che ha colpito fortemente le gli abitanti del quartiere, vecchi e nuovi, senza distinzioni di etnia, età, genere o orientamento politico. L’organo che dovrebbe interessarsi a tutto ciò è il comitato di quartiere, con cui non siamo riusciti a metterci in contatto nei mesi di campagna elettorale per parlare del quartiere e che ritiene di non avere niente da obiettare sulla costruzione di una torre di sette piani in una zona già densamente abitata senza che sia prevista alcuna opera di compensazione». Nel parcheggio davanti al centro sociale di via Tessitori erano stati messi dei palloncini per far vedere lo spazio che occuperà la palazzina.