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Osimo, il ristorante Gustibus chiude i battenti

Un locale storico che Nunzia e Iva Marchegiani con Luca Zamparini lasciano dopo 31 anni di attività, prima come Caffè e poi come ristorante

Il centro di Osimo
Il centro di Osimo

OSIMO – Chiude il ristorante Gustibus al centro di Osimo e domani sera (31 ottobre), sarà servita l’ultima cena. A renderlo noto sono gli stessi proprietari. Nunzia Marchegiani, al timone con la sorella Iva e il marito Luca Zamparini, spiega: «Non è stata una vendita né una cessione ma una decisione di chiusura perché ci sono state diverse vicissitudini con la proprietà del locale. A determinate condizioni non potevamo più sottostare e quindi abbiamo fatto questa scelta – dice -. Forse era destino. A noi dispiace molto perché è stata la nostra vita. Io e Luca abbiamo iniziato nel 1990, io a 23 e lui a 24. L’anno successivo è arrivata Iva che aveva 19 anni. Abbiamo passato la nostra giovinezza formando questa squadra e al lavoro ci siamo imbarcati in questa cosa molto grande che prima per 11 anni è stata Caffè centrale, abbracciando l’eredità del locale storico che non aveva avuto ricambio generazionale. Poi le cose stavano cambiando e quindi nel 2001 la decisione di trasformarci completamente, sia per l’impatto visivo che per il format del locale, in Gustibus. Siamo stati precursori, ce l’hanno fatto notare anche i vari ispettori delle guide gastronomiche. Solo adesso il mondo si è iniziato ad allargare».

Iva e Nunzia Marchegiani del ristorante Gustibus

Un format ambizioso per i tempi, per la città, come appunto hanno più volte sottolineato gli ispettori delle guide gastronomiche Espresso, Gambero Rosso e Michelin durante le loro visite. «Il nostro credo è sempre stato quello di perseguire l’altissima specializzazione e qualità, cercando di non portare solo da mangiare, ma di fare cultura e portare sapere. Sapere e sapore sono due parole che hanno un’origine comune, una volta erano cugine, poi con il passare del tempo si sono perse e oggi sembra che non si conoscano più. Entrambe vengono dal latino classico: sapere significa prima di tutto avere sapore, perché poi il sapere oltre che essere fonte di saggezza è fonte di piacere, lo stesso piacere che si prova assaporando un piatto, un vino, per questo è necessario educare a sentire i sapori quasi fermando il tempo per farlo al meglio In tutti questi anni abbiamo lavorato per fare in modo che il significato di queste parole non si perdesse. Abbiamo cercato di trasmettere tutto ciò anche a tutti i ragazzi che hanno lavorato qui senza dei quali tutto ciò non sarebbe stato possibile. Questa è una grande storia d’amore a cui non porremo mai la parola fine».

La consigliera capogruppo delle Liste civiche Monica Bordoni commenta: «31 anni di storia e tradizione. Un colpo al cuore, una doccia gelata. Un punto di ritrovo per molti noi, per gli amanti del buon gusto, della buona cucina, accompagnata da una ottima cantina di vini. Anticipatori, amanti della filiera corta ma soprattutto della qualità, ci mancherete ma aspetteremo con ansia la vostra prossima storia».