FABRIANO – La squadra di basket di non udenti Royal Lions Fabriano si è classificata al secondo posto al recente Campionato Italiano per atleti sordi, svoltosi dal 4 al 6 maggio a Pesaro, al quale in questa edizione hanno preso parte ben cinque formazioni.
Ad influire sulle prestazioni della squadra fabrianese è stato senz’altro l’infortunio al forte giocatore Miha Zupan – un nuovo innesto – verificatosi a metà della prima partita. Pur condizionato dal guaio fisico, il lungo sloveno è riuscito a segnare 42 punti nelle due partite giocate, venendo premiato come miglior pivot della manifestazione. Il titolo di miglior giovane è andato sempre ad un giocatore dei Royal Lions Fabriano, lo spagnolo Miquel Lario, ventunenne che ha segnato in totale 65 punti. La squadra cartaia si è portata a casa anche il premio “Fair Play”, frutto del rispetto e della lealtà dimostrate in campo.
Per quanto riguarda i risultati, a parte la prima sfortunata partita contro i Sordi Pesaro (persa 59-71), i Royal Lions Fabriano allenati da Davide Cola e Andrea Novelli hanno battuto successivamente nell’ordine la Ens Latina (94-48), la Ens Varese (69-68), campione d’Italia uscente, e la Ens Venezia (91-34). La classifica finale è stata: Pesaro, Fabriano, Varese, Latina e Venezia.
«Torniamo a casa con un bilancio quindi positivo – commenta Paolo Aisa, giocatore e anima dei Royal Lions Fabriano: – non abbiamo vinto lo scudetto, ma abbiamo contribuito alla vittoria dello sport giocando con passione e correttezza. Nel prossimo futuro dovremo valorizzare maggiormente i giovani, farli crescere, coinvolgerli, responsabilizzarli di più e, soprattutto, fare in modo che ognuno possa seguire durante l’anno un programma di allenamenti che gli faccia raggiungere la migliore condizione in occasione degli impegni ufficiali importanti. Sarà quindi utile per ognuno frequentare squadre di udenti e allenarsi e giocare con loro. Ci tengo, in conclusione, a ringraziare la Amplifon di Fabriano che ci ha aiutato ad affrontare questo impegno e i prestiti d’onore delle nostre famiglie».