ANCONA – Evoluzione della gravidanza nella società e benessere psicologico in gravidanza e nel puerperio. Sono stati questi i temi al centro di “Essere Donna Oggi benessere psicologico in gravidanza e nel puerperio“, l’incontro-dibattito che si è svolto ieri pomeriggio (10 ottobre) nella sala dell’ex consiglio comunale di Ancona. L’iniziativa è stata promossa in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, che ricorre proprio il 10 ottobre, dall’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona, dalla Fondazione Ospedali Riuniti di Ancona onlus e dalla Fondazione Ospedali Salesi onlus.
Anche quest’anno l’Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti ha aderito all’invito di O.N.da. Osservatorio Nazionale sulla Salute della donna e di genere, di offrire servizi gratuiti clinico-diagnostici e informativi dedicati alle donne con l’obiettivo di sensibilizzare sull’importanza della diagnosi precoce, aiutando a superare pregiudizi, timori e stigma legati alle malattie psichiche.
E proprio su questo tema, il benessere in gravidanza e nel puerperio, che nel gennaio 2018, è stato attivato agli Ospedali Riuniti di Ancona un progetto che vede la collaborazione tra la Clinica Ostetrica e Ginecologica, diretta dal professor Andrea Ciavattini e la Clinica Psichiatrica, diretta dal professor Umberto Volpe. Obiettivo prevenire, individuare e gestire problematiche psicopatologiche del periodo prenatale e perinatale, offrendo, fin dal primo trimestre di gravidanza, test di valutazione del benessere generale e dello stress, dalla cui analisi si possono attivare percorsi clinico-terapeutici specifici.
«Una giornata, quella della salute mentale che è stata sostenuta dalle Nazioni Unite fin dal 1992 – ha spiegato la presidente della Fondazione Ospedali Riuniti di Ancona onlus Marisa Carnevali – e questo con l’obiettivo di migliorare la consapevolezza nei confronti delle problematiche relative alla salute mentale e promuovere iniziative a supporto del raggiungimento del benessere psicologico. Il significato di questa giornata si inserisce nel Mese Rosa, che è il mese di prevenzione nei confronti della salute femminile con visite senologiche e di genetica oncologica, ma anche di salute mentale. La donna non deve avere paura di affrontare eventuali difficoltà, deve ricercare il suo benessere affidandosi agli specialisti giusti».
Negli ambulatori dell’Ospedale di Torrette sono infatti previste consulenze gratuite degli Specialisti della Clinica di Psichiatria dell’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona. Le visite si possono prenotare recandosi direttamente presso la Fondazione Ospedali Riuniti Onlus (che si trova al piano 1, vecchio ingresso Ospedale di Torrette) o telefonando al numero 071 596.3741 dalle ore 9.00 alle ore 12.00 dal lunedì al venerdì, fino ad esaurimento posti. Gli Ospedali Riuniti hanno ottenuto i bollini rosa, un riconoscimento formale all’attenzione verso la salute della donna.
La Fondazione Salesi ha ribadito la sua vicinanza alle donne che hanno problemi di salute mentale: «Unire gli sforzi di due fondazioni che operano in contesti diversi – ha detto il direttore della Fondazione Salesi onlus Carlo Rossi – testimonia come nel servizio pubblico è possibile realizzare iniziative importanti per le donne. Un messaggio di grande sostegno e di grande fiducia che anche una problematica così delicata, trova accoglienza e soluzioni».
I disturbi psichici rappresentano il 30% di tutte le disabilità e hanno un impatto pesante sulla quantità di vita e sulla sua qualità con gravi ripercussioni sul piano personale, affettivo-familiare, socio-relazionale e lavorativo. Portano spesso a isolamento e solitudine. Patologie nell’ambito delle quali è fondamentale impostare tempestivamente le cure più appropriate per migliorare la qualità di vita del paziente.
Tra le patologie psichiatriche in crescita durante la gravidanza «almeno una donna su due può manifestare reazioni di ansia, irritabilità, senza avere una vera e propria malattia – spiega il professor Umberto Volpe – mentre per quanto riguarda la depressione, questa interessa il 10-15% delle donne. Dati epidemiologici che molto spesso sfuggono alla diagnosi, perché vengono fuori da zone in cui è stata fatta un’opera di sensibilizzazione sia degli operatori sanitari, che della popolazione generale e quindi sono attive delle procedure di screening che favoriscono l’individuazione precoce dei casi e la possibilità di seguirli nel tempo. Nelle Marche questo fin’ora non era stato fatto, ma diviene possibile grazie al progetto del Ministero della Salute, gestito dalla Regione Marche e dall’Ars (Agenzia Sanitaria Regionale), finalizzato alla prevenzione, diagnosi, cura e assistenza della Sindrome Depressiva Post Partum».
Il progetto, coordinato dal professor Volpe e dal professor Ciavattini, prevede la realizzazione di eventi per sensibilizzare non solo la popolazione, ma anche gli operatori sanitari, i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta.
«Molti degli episodi depressivi si manifestano a due quattro settimane dal parto, anche se certi sintomi cominciano già da prima – evidenzia lo psichiatra – Per intercettare questo bisogno di salute femminile occorre che si crei una cultura di questi disturbi e questo è quello che vogliamo cercare di fare con questo progetto regionale rivolto a tutti i punti del percorso nascita, come consultori e ospedali. Oggi abbiamo a disposizione degli strumenti di screening molto semplici ed efficaci, un grosso vantaggio rispetto a qualche tempo fa quando la valutazione del disturbo dell’umore era una cosa ultra specialistica. Adesso resta comunque una gestione specialistica, però basta compilare una scala clinica o addirittura ci sono queste Whooley Questions che stanno diventando un golden standard in questo senso e sono due domande: se il soggetto risponde positivamente ad entrambe già può allertare l’operatore sanitario non psichiatra».
Una patologia dal grosso impatto sociale, quella della Depressione Post Partum, come spiega il professor Volpe: «le forme di sofferenza psicologica legate alla gravidanza hanno ripercussioni non solo per le donne ma anche per tutta la famiglia, dal partner allo stesso bambino. È una volontà ferma e decisa, quella della Clinica Universitaria di Ancona di intercettare questi nuovi bisogni clinici e la possibilità di avere un progetto specifico su questo darà la volontà di occuparsi di queste patologie molto rilevanti».
Nel corso degli anni la maternità ha subito una vera e propria rivoluzione, passando da unz modello assistenziale familiare, prestato da levatrici e donne aniane, a una ostetricia affidata a medici ed ostetrici. Un mutamento che è lo specchio dell’evoluzione che ha subito la donna nella società, come spiega il professor Andrea Ciavattini. «Partendo da un momento in cui la donna viveva in una sorta di inferiorità di genere e quindi era vista solo come un oggetto della procreazione – ha spiegato – si è passati, tra fine ottocento e primi del novecento, a un ruolo della donna nel rapporto con l’educazione del figlio, fino ad arrivare all’autonomia della figura femminile attuale. In tutto questo cambiamento si inserisce un diverso modo di gestire anche la problematica della Depressione Post Partum, che prima veniva quasi vista con un aspetto demoniaco e un significato religioso, mentre poi gradualmente ha acquisito una valenza medica integrata in un contesto più generico,e solo successivamente come entità patologica a sé stante della donna, che proprio perché ha un conquistato un ruolo è anche oggetto di una patologia che ha dignità di essere tale».
Un aspetto che è talmente diventato importante, quello della Depressione Post Partum, che oggi si parla del «quarto trimestre ostetrico che è quello dopo il parto – evidenzia il professor Ciavattini – un momento particolare nel quale la donna deve occuparsi del bambino e di sé stessa. Una fase per la quale esiste una strategia di assistenza che si rivolgono a cogliere l’eventuale alterazione psichica o depressione della donna, quindi test, screening, attenzione di anamnesi specifica verso questo tipo di problema nel colloquio con la paziente, esigenze di vedere la donna a intervalli regolari, di creare proprio un sistema sociale di attenzione». Un ruolo chiave in questa fase della donna è quello giocato dalla coppia. «Dove c’è condivisione del ruolo della nascita tra madre e padre e quindi un sostegno vicendevole la problematica dei disturbi psichici si riduce nettamente, proprio perché la donna ha bisogno in questo momento di una condivisione tra i due ruoli principali della coppia – conclude-. La depressione colpisce molto le donne che non sono sostenute dal partner».