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Salute mentale Pesaro, Biancani alla Regione: «Ci dica dove la trasferiranno»

Discussa una mozione. «Bocciate le proposte date ma le motivazioni non mi convincono, la Regione ora intervenga. La città non vuole perdere questi servizi»

PESARO – Nuovo ospedale ed effetto domino sulle strutture, il sindaco Andrea Biancani chiede chiarezza.

A meno di due mesi dal 30 settembre 2024, data prevista e fissata dall’Accordo di Programma del 2022 per il trasferimento dei servizi legati alla salute mentale presenti al centro alla Cittadella della salute mentale, (composta dalla Rsa “Tomasello”, dalle comunità protette maschile e femminile, dalla Struttura Residenziale Riabilitativa) e al centro diurno il Gabbiano, è stata presentata dalla maggioranza in Consiglio comunale, una mozione con carattere di urgenza per chiedere formalmente alla Giunta e al sindaco Andrea Biancani di avere risposte, da parte di AST e Regione Marche, sul trasferimento dei servizi dedicati alla salute mentale e le motivazioni ai “no” dichiarati nei giorni scorsi dal direttore AST Alberto Carelli, condividendo le proposte dei 4 siti.        

«Pretenderò risposte veloci da parte della Regione Marche dopo le sollecitazioni della maggioranza – sottolinea il sindaco Andrea Biancani -, ci sono utenti e intere famiglie (circa 100 pazienti) che aspettano di scoprire dove dovranno essere trasferirsi per i prossimi anni, almeno fino alla fine dei lavori sul Nuovo ospedale. Il tema è importante e non si può fare finta di niente. Al tempo stesso non ci sono alternative che sostituiscano le precedenti quindi, di fatto, ad ora, non c’è alcuna soluzione al problema. Ho il timore – continua Biancani – che non ci sia l’effettiva volontà di voler trasferire i servizi nella città di Pesaro ma piuttosto di allontanarli».         

Le proposte riportate al direttore Carelli durante la visita del sindaco Biancani, che sono state oggetto anche della mozione con carattere di urgenza, sono: Casa Roverella, l’ex ostello a Fossosejore, Galantara e l’edificio dei Padri Comboniani.            

 «L’ex ostello è stato scartato perché dicono essere riservato ad altri servizi, ma quali sono? Ad oggi non mi risultano atti ufficiali che ne definiscano l’occupazione, mi pare piuttosto che non ci sia la volontà di prenderlo in considerazione pur essendo di proprietà regionale – sottolinea il sindaco Biancani –. Oppure, dicono siano necessari dei lavori prima dell’accesso dei pazienti nella struttura, lavori che dal mio punto di vista sarebbero già dovuti partire o che, almeno, dovrebbero iniziare quanto prima. Contemporaneamente – prosegue Biancani -, non mi spiego perché la Regione o l’AST non abbia preso contatti con i Padri Comboniani per valutare l’utilizzo di parte del complesso di Villa Baratoff. È vero, i proprietari dell’immobile non hanno partecipato al bando indetto dall’AST ma nulla vieta a quest’ultima di indire un ulteriore bando per prevedere la nuova partecipazione. Inoltre, a me non risulta esserci stato un sopralluogo sulla struttura e la cosa confermerebbe le mie preoccupazioni: sembra non ci siano le volontà di procedere verso una via che risulti più comoda e semplice per le famiglie che dovranno usufruire dei servizi». 

I dubbi del sindaco Biancani proseguono anche sulle altre due motivazioni date nei confronti delle soluzioni individuate per Casa Roverella e Galantara: «La prima è di proprietà del Comune e quindi confermo la sua disponibilità e, diversamente da quanto detto dalla direzione dell’AST, mi risulta, a fronte degli ultimi sopralluoghi fatti dai gestori della struttura, che le condizioni per ospitare gli utenti ci siano – continua Biancani –. A Galantara attualmente ci sono i lavori ma ho anche proposto di spostare i servizi ora presenti, più facilmente trasferibili all’Apsella e anche adatti alla struttura, dando così spazio a quelli dedicati alla salute mentale».           

«Le famiglie coinvolte hanno già rimarcato più volte la paura di dover spostare i parenti nella struttura dell’Apsella, ad oggi l’unica in grado di poter ospitare gli utenti ma lontana dalla città e difficilmente raggiungibile dagli stessi e dalle loro famiglie. Una sede – rimarca il sindaco Biancani – che non è nemmeno in grado di poter svolgere le funzioni di socialità che richiedono i servizi dedicati ai pazienti».     

La mozione è stata votata con 19 voti favorevoli e 8 astenuti, nei prossimi giorni il sindaco Biancani provvederà all’invio di una lettera ufficiale a Regione Marche e Ast per chiedere risposte ai dubbi emersi durante la seduta del Consiglio comunale. 

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