FABRIANO – Far tornare protagonista l’ospedale “Engles Profili” di Fabriano riportando i servizi persi in questi anni. A chiederlo, attraverso una lettera aperta, i cinque sindaci dell’Ambito 10: Gabriele Santarelli (Fabriano), Maurizio Greci (Sassoferrato), David Grillini (Cerreto D’Esi), Marco Filipponi (Genga) e Tommaso Borri (Serra San Quirico). Con loro il vescovo della diocesi Fabriano-Matelica, mons. Francesco Massara, Katia Silvestrini per l’associazione Battaglia Punto Nascita, Daniele De Bellis presidente Azione Cattolica Italiana, Diocesi Fabriano-Matelica, Vinicio Arteconi per associazione Fabriano Progressista e Ugo Pesciarelli presidente Unione Montana dell’Esino-Frasassi. I destinatari della missiva il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli e l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, per conoscenza tutti l’Esecutivo regionale, i consiglieri regionali e i parlamentari di Fabriano, rispettivamente Chiara Biondi, Simona Lupini, Sergio Romagnoli e Patrizia Terzoni.
L’oggetto della lettera aperta non lascia spazi a interpretazioni: appello urgente per il ripristino dei servizi sanitari. A scanso di equivoci, quindi, i sottoscrittori hanno voluto essere subito chiari. «Stiamo nostro malgrado sperimentando un lento ma progressivo impoverimento dell’Ospedale che sta perdendo pezzi e quindi possibilità di offrire servizi: pensiamo a Senologia, al Punto nascita, a Pediatria e ora al Laboratorio analisi. Nei vari anni abbiamo assistito, per carenza di personale, all’accorpamento temporaneo 2 di Unità Operative. Ma non c’è niente di più permanente del temporaneo: infatti sia l’Ospedale che le strutture territoriali sono ancora sotto organico. Intorno all’ospedale di Fabriano gravano le persone di tutti i Comuni della zona montana di quel territorio che va da Camerino a Cerreto D’Esi, passando per Castelraimondo e Matelica e arriva poi a Pergola e Sassoferrato passando per Genga fino a Serra San Quirico e ad alcuni Comuni della Vallesina», ricordano ad Acquaroli.
Quindi, i sottoscrittori si rivolgono direttamente all’assessore Saltamartini. «In quanto ex sindaco del comune di Cingoli è pienamente consapevole della difficoltà dei cittadini che vivono in zone decentrate a raggiungere i centri più grandi per l’erogazione dei servizi. Recentemente ha avuto modo di visitarci per una riunione tenutasi a inizio febbraio a Fabriano con la dirigente Asur Marche Nadia Storti, il direttore di AV2 Giovanni Guidi, gli assessori Baldelli e Latini, la consigliera Biondi ed il Sindaco Santarelli. In quella sede avete parlato della situazione dell’ospedale di Fabriano e anche della Pediatria, dimostrando una sostanziale apertura alla discussione e ad affrontare il problema della chiusura di fatto del reparto che da marzo 2019 non può più ricoverare bambini oltre la giornata perché di notte è chiuso», ricordano sperando, quindi, che si dia corso alle parole, con dei fatti concreti.
E questi atti concreti vanno proprio nella direzione di aprire «un confronto che possa cercare delle soluzioni per fermare l’emorragia di servizi sanitari che stiamo vivendo. In particolare, chiediamo un segno chiaro della volontà di perseguire la riapertura della Pediatria dell’ospedale di Fabriano con presidio h24. In vista dell’ormai prossimo pronunciamento del Consiglio di Stato sul ricorso presentato dal comune di Fabriano, chiediamo di valutare la possibilità e l’opportunità di giungere ad un accordo politico sull’applicazione di quanto previsto dalla normativa speciale sul sisma per la riapertura e mantenimento del Punto nascita e Pediatria, e questo indipendentemente dall’esito del pronunciamento suddetto. Questo sì che dimostrerebbe una reale volontà politica di cambiare le cose e porre rimedio alla situazione di disagio che si è venuta a creare per le scelte delle passate amministrazioni regionali. Il presidente Acquaroli ha recentemente annunciato di voler rivedere il Piano Regionale per la Sanità e di volerlo fare in maniera concordata con i territori e gli attori della società civile. Siamo sicuri che riscrivendolo si dovrà tenere conto di quanto questa pandemia ci stia insegnando, e cioè che la forza di resistenza sta nella tenuta dei territori e in una sanità che faccia della vicinanza al cittadino un punto irrinunciabile», conclude la lettera.