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San Benedetto, salta il confronto in Regione tra sindacati e RCF. L’Ad Vicari indisponibile

Rinviato il tavolo istituzionale che si doveva tenere ad Ancona lunedì 1 febbraio. L'azienda di Reggio Emilia che produce sistemi audio vuole chiudere il sito ascolano, anche se per ora si continua a lavorare

ASCOLI PICENO – A due giorni dall’incontro fissato in Regione per lunedì 1 febbraio, l’amministratore delegato della RCF di Reggio Emilia, Arturo Vicari, ha fatto sapere di non essere più disponibile per quella data. Così è saltato il confronto tra azienda e sindacati per discutere dell’ipotesi di chiusura del sito di San Benedetto dell’azienda che produce sistemi audio professionali, annunciata a metà gennaio.

A rischio ci sono 23 posti di lavoro che difficilmente potranno essere salvati viste le previsioni del nuovo piano industriale del gruppo emiliano, che ha quasi 300 dipendenti ma che vive da mesi una situazione difficile per via dell’impatto del covid sul settore degli impianti audio per interni ma anche per concerti ed eventi all’aperto.

La Regione Marche, sollecitata dai sindacati, ha comunque tentato una mediazione tra le parti, riuscendo a convocare i rappresentanti della società per il 1° febbraio. Ma l’improvvisa indisponibilità dell’Ad dell’azienda, che è anche l’azionista di maggioranza della società, ha fatto saltare il tavolo appena avviato.

«Un comportamento non limpido, quando ormai all’incontro mancava ben poco», commenta con amarezza un dipendente RCF di San Benedetto e membro della RSU. «Non conosciamo al momento le motivazioni addotte da Vicari, ma è chiaro che adesso, anche per gli impegni dei membri della Regione, il confronto è slittato di molti giorni».

Al tavolo di lunedì prossimo avrebbero dovuto partecipare l’assessore al lavoro Stefano Aguzzi e forse anche l’assessore al bilancio Guido Castelli. Ma adesso sembra tutto rimesso in discussione.

L’azienda ha comunicato tuttavia che ci sarà un colloquio diretto tra la direzione e i lavoratori la settimana prossima. Ma i sindacati temono che si punti così a dividere i dipendenti, e vogliono l’apertura di un tavolo istituzionale sulla vertenza. Nel frattempo nel sito di San Benedetto gli operai, tra cui molte donne continuano a smaltire le commesse residue. Ma il futuro è molto incerto, anche se la proprietà della RCF ha offerto il trasferimento nella fabbrica di Reggio Emilia in alternativa al possibile licenziamento.