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Sanità Fabriano: primo confronto fra Sindaci e Comitato pro-ospedale, AC e Associazione Fabriano Progressista

Tanti i punti toccati durante la riunione che non dovrebbe essere l'ultima ma invece aspira a diventare un appuntamento a cadenza regolare per salvaguardare i servizi dell'ospedale Engles Profili

Ospedale di Fabriano

FABRIANO – Primo confronto tra i Sindaci dell’Unione Montana presieduta dal Presidente Ugo Pesciarelli e il Comitato Pro Ospedale, l’Azione Cattolica di Fabriano e l’Associazione Fabriano Progressista. La richiesta partita da quest’ultimi, faceva seguito a una precedente istanza, sottoscritta anche dal Vescovo Francesco Massara, con la quale si invitavano il Comune di Fabriano, la Regione Marche e l’Asur a non procedere al dibattimento presso il Consiglio di Stato nel ricorso per la riapertura del Punto Nascita. L’incontro, a cui hanno partecipato anche la Croce Azzurra e il gruppo Scout Fabriano 1, ha posto al centro del dibattito il tema della riapertura del Dipartimento materno-infantile e la creazione di un tavolo anche tecnico che sappia costruire una proposta di organizzazione dei servizi socio-sanitari per questo territorio.

Punto Nascita

«Il primo punto all’ordine del giorno, che va discusso nell’immediato con la Regione, è raggiungere un’intesa attraverso un protocollo che detti modi e tempi per riaprire prima la Pediatria e successivamente il Punto Nascita. Per quest’ultimo è necessaria una revisione dei parametri delle nascite per le aree montane, che la Regione dovrà avanzare in sede di conferenza Stato-Regioni come già fatto dall’Emilia Romagna. A sostegno di tale indicazione è intervenuta in sede di Consiglio Regionale l’approvazione della mozione della consigliera Simona Lupini. La seconda ipotesi di lavoro consiste nell’aprire un tavolo allargato anche ai Sindaci di Area Vasta oltre che a esperti per studiare e approfondire le tematiche dei servizi ospedalieri e territoriali. Una proposta da costruire con la società civile, i rappresentanti dei lavoratori, di categoria e l’associazionismo, da portare alla discussione con le istanze regionali durante il processo di elaborazione del nuovo Piano Sanitario Regionale come dichiarato dalla nuova Giunta», si legge in una nota a firma Daniele De Bellis (Azione Cattolica Fabriano), Katia Silvestrini (Coordinamento Cittadino Punto-Nascita e Ospedale) e Vinicio Arteconi (Associazione Fabriano Progressista).

Gli altri nodi

I Sindaci di Fabriano, Sassoferrato, Serra San Quirico, Cerreto D’Esi e Genga – rispettivamente, Gabriele Santarelli, Maurizio Greci, Tommaso Borri, David Grillini e Marco Filipponi – all’unisono «hanno convenuto nel denunciare il progressivo depauperamento dei servizi di questo territorio e in particolare di quelli socio-sanitari. L’ospedale di Fabriano negli ultimi anni ha subito la perdita della senologia, della pediatria e punto nascita e il ridimensionamento del laboratorio analisi, della medicina del territorio e del lavoro, dell’ospedale di comunità di Sassoferrato, del dipartimento di prevenzione e psichiatria, del centro antidiabetico. Le scelte effettuate dalla dirigenza nel recente passato hanno ignorato cosa sia la programmazione e non hanno saputo disciplinare e conciliare i diritti personali, pur legittimi, con gli interessi generali della collettività. La gestione dei flussi del personale e la precarizzazione del lavoro è andata a tutto svantaggio di un bene prezioso ed essenziale come la salute del cittadino, in un territorio che attraversa una profonda crisi strutturale sia economica sia sociale».

Area Vasta Montana

La seconda ipotesi di lavoro è la creazione di un tavolo di confronto tra Sindaci di Area Vasta e esperti, che formuli una proposta di organizzazione di servizi ospedalieri e territoriali, in sintonia con le linee guida della legge Balduzzi-Lorenzin. Per un ospedale di 1° livello che prevede almeno quattro specializzazioni il bacino demografico di riferimento va da 80.000 a 150.000 abitanti. «Questo deve indurre a una seria riflessione tutti i decisori politici al fine di poter aggregare un territorio più vasto dell’attuale che conta appena 45.000 abitanti, che sono poi i comuni dell’attuale Unione Montana. Tutto ciò implica di ridisegnare geograficamente gli attuali confini delle Aree Vaste anche superando i limiti provinciali e se necessario anche quelli regionali. Pertanto ribadiamo la necessità di predisporre proposte che vadano nella creazione di un’Area Vasta Montana al fine di garantire diritti, servizi e accesso a tutti i cittadini ad una sanità pubblica. Queste dovranno essere le linee guida da portare al confronto con la Regione», si conclude la nota.