FABRIANO – Trasmesso al presidente della Regione Marche e a tutti i consiglieri regionali un documento condiviso in occasione del consiglio comunale straordinario e monotematico sul Piano sanitario regionale svoltosi a Fabriano lo scorso 13 gennaio.
Per la serie se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto, visto e considerato che – a eccezione per la capogruppo di Fratelli d’Italia, Elena Leonardi, che, impossibilitata a partecipare, ha inviato un messaggio via mail letto durante la seduta – non ha partecipato né il Governatore né i consiglieri regionali.
Nel documento si chiede a tutti i consiglieri regionali, di maggioranza e opposizione, di prendere posizione in merito alle difficoltà, in campo sanitario, che si riscontrano nei comuni dell’entroterra montano, «In particolare, se intendono proporre in sede di discussione in Assemblea regionale degli emendamenti che vadano nella direzione della tutela della salute dei cittadini delle zone montane».
I CONTENUTI DEL DOCUMENTO CONDIVISO
Ribaditi i contenuti scaturiti in seno alla seduta del consiglio comunale di Fabriano. «L’affermazione del diritto alla salute, sancito dalla Costituzione e ribadito dallo Statuto regionale, e quindi del diritto di tutti i cittadini di usufruire di servizi sanitari di qualità, garantendo pari opportunità nell’accesso ai servizi stessi, tenendo conto delle peculiarità geomorfologiche del territorio montano; La riorganizzazione della sanità a livello regionale non può basarsi esclusivamente su criteri numerici e quantitativi, né su criteri prettamente economici e di bilancio.
In particolare si è sottolineato l’effetto devastante della determina n. 742 della Giunta regionale del 31 dicembre che ha causato la soppressione di reparti ospedalieri di eccellenza; si evidenzia un disegno specifico di smantellamento progressivo della sanità pubblica, attraverso una mancanza di programmazione per il reclutamento del personale sanitario e una corrispondente e non casuale crescita del settore privato; La volontà dei Sindaci di istituire gli Stati generali dell’entroterra montano con l’obiettivo, a breve termine, di elaborare un documento da sottoporre ai candidati alle prossime consultazioni regionali e, a medio e lungo termine, di fare rete e creare proficue sinergie, superando campanilismi o appartenenze politiche, attraverso progettualità condivise su temi e problematiche comuni: servizi, viabilità, infrastrutture».
Dunque, spunti di riflessioni unitari che vogliono far capire alla politica regionale che ci si sta muovendo in modo organico, coeso e compatto. Uno zoccolo duro di potenziali elettori con i quali, i candidati alla carica di Presidente della Regione Marche, dovranno comunque fare i conti. E la sensazione è che questa volta non bastino parole, ma servano necessariamente i fatti.