SAN SEVERINO MARCHE – Parte dal teatro Feroni, alla presenza di numerosi sindaci, la campagna elettorale di Maurizio Mangialardi, candidato presidente della Regione alle prossime elezioni di settembre. “Le Marche all’Opera” il titolo dell’evento in cui Mangialardi ha snocciolato alcuni dei macrotemi che saranno al centro delle prossime settimane e al centro del suo operato di governo in caso di elezione. Elezione che non sarà scontata dato che «partiamo in svantaggio» ha voluto precisare il sindaco di Senigallia, «ma io ho voi» riferendosi ai sindaci che hanno sostenuto la sua candidatura, non solo dell’area di centrosinistra. A loro si è rivolto chiedendo di dare il proprio contributo politico per vincere la sfida elettorale lungo le direttrici della qualità della vita e dello sviluppo economico e occupazionale, per superare le varie difficoltà.
Prima fra tutte la situazione sanitaria a cui si potrà rispondere adeguatamente solo sfruttando le risorse del Mes per rafforzare le strutture regionali ma anche potenziando la rete di servizi sul territorio e a domicilio. Sul lavoro e sviluppo economico, Mangialardi ha ipotizzato «un nuovo patto per lo sviluppo, con i sindacati e le associazioni di categoria, mettendo al centro la politica anche nel rapporto con le banche per facilitare la vita alle imprese», elemento ancora più utile se si pensa che oggi ci sono molteplici difficoltà nell’accesso al credito e con la burocrazia.
Il sindaco di Senigallia ha lanciato anche alcune proposte per l’agricoltura e la manutenzione del territorio, per la formazione specializzata e universitaria, per la cultura e il turismo: «No al turismo di massa – ha detto – ne vogliamo uno di qualità. Il turismo deve essere diffuso, senza contrapporre la costa e l’entroterra» ma inserendo le varie anime della regione in un connubio sinergico senza campanilismi. Mangialardi ha anche accennato al gap infrastrutturale esistente: «Le Marche hanno bisogno di più infrastrutture, dalla terza corsia autostradale nelle province del sud fino all’alta velocità e al raddoppio della linea ferroviaria con l’interno: è imbarazzante che ci sia ancora un solo binario».
Applausi per il presidente Anci Marche – che ha fatto una battuta anche sulle polemiche sui vari ruoli che ricopre – quando si è impegnato sulla ricostruzione post sisma. «Non ci possono più trattare in questo modo, non si possono dimenticare di noi e poi fare tanti emendamenti sempre uguali a quelli precedenti» ha detto il candidato alla presidenza regionale che ha anche svelato di pensare a un assessorato alle aree interne perché «senza quel cuore la regione non esiste» ma anche a uno specifico per la ricostruzione.
Mangialardi ha poi concluso il suo intervento elettorale spiegando che l’interlocutore è l’Europa ma che il modello da esportare è quello dei sindaci: «Le Marche hanno bisogno di donne e uomini che sappiano sopportare il peso della responsabilità e delle scelte, ma dobbiamo accelerare, cambiare passo perché gli stessi paradigmi son cambiati: se partiamo dalle nostre esperienze ci sono le condizioni per alzare il ritmo e fare meglio. Solo così potremo dare prospettiva e futuro in una regione solidale e inclusiva e che potrà competere con l’intera Europa e oltre».