Senigallia

Sanità: a Senigallia una nuova palazzina per l’emergenza e risorse per gli altri reparti

Presentato al San Rocco il nuovo piano socio sanitario regionale delle Marche. Per il territorio Misa e Nevola investimenti per i prossimi tre anni anche su gastroenterologia e odontostomatologia ma si lavora anche sulle liste di attesa

L'asseossore regionale alla sanità Filippo Saltamartini a Senigallia
L'asseossore regionale alla sanità Filippo Saltamartini a Senigallia

SENIGALLIA – La sanità pubblica regionale costa poco meno di quattro miliardi di euro l’anno. Si accaparra le risorse per il 78% del bilancio marchigiano. Ma nonostante questi grandi numeri, il settore sanitario marchigiano non è esente da criticità importanti, come l’esiguo numero di medici, pediatri, o infermieri in attività rispetto al fabbisogno oppure la mobilità passiva (il numero di quanti si vanno a curare fuori regione). E allora di fronte a queste problematiche, la giunta regionale ha elaborato il nuovo piano socio sanitario regionale 2023-25 che è stato presentato ieri 3 maggio a Senigallia, durante un incontro alla presenza dei sindaci del territorio vallivo, delle autorità regionali, dell’Azienda sanitaria territoriale 2 di Ancona, dei sindacati, delle associazioni locali. Incontro in cui sono state elencate criticità del sistema regionale e peculiarità delle reti locali e gli sviluppi futuri previsti.

All’auditorium San Rocco di Senigallia ha tenuto una lunga relazione l’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini che ha spiegato come la spesa pubblica per la sanità sia di oltre 3,5 miliardi di euro, comprendendo gli stipendi per il personale, i costi delle utenze e la manutenzione di ospedali e case di cura. Una spesa enorme che non risparmia però problemi, tra cui la mobilità passiva: «Ci costa circa 42 milioni di euro l’anno – ha detto l’assessore – per lo più per andarci a curare in Emilia Romagna: sono soprattutto prestazioni ortopediche (circa 20 mln €/anno) che potrebbero essere erogate qui nelle Marche». Il saldo con la regione romagnola è «impietoso» perché solo circa 2 milioni di euro l’anno derivano dalla mobilità attiva, con quanti cioè si spostano dall’Emilia per venire a curarsi nelle Marche.

D’altro canto si registrano «alti tassi di efficienza dell’assistenza domiciliare», continua Saltamartini, motivo per cui molte persone preferiscono venire a vivere qui: ma «è un dato che deve essere implementato ulteriormente». Dai dati emerge anche un’importante spesa per le cure in strutture residenziali e semiresidenziali, circa 80 milioni di euro nel 2021 e un grosso deficit nelle cure su dipendenze come la ludopatia e i disturbi alimentari: «servono strutture che oggi non abbiamo o in minima parte».

Presentato a Senigallia, di fronte ai sindaci del territorio vallivo, il nuovo piano socio sanitario regionale 2023-25
Presentato a Senigallia, di fronte ai sindaci del territorio vallivo, il nuovo piano socio sanitario regionale 2023-25

Altro nodo affrontato è la carenza di personale: «nei prossimi quattro anni – è la stima prevista da Saltamartini – andranno in pensione 600 medici, a fronte di 200 nuovi ingressi» con problematiche ancora maggiori per quanto riguarda la medicina del territorio. La Regione Marche ha cercato di attivare delle leve, come il «finanziamento nel 2021/22 di 42 borse di studio aggiuntive rispetto a quelle finanziate con il fondo sanitario nazionale (altre 164 borse), ma il problema è che i soldi non sono stati spesi tutti» perché c’è poca domanda. La figura del medico non tira più come una volta. Ed è anche comprensibile perché le criticità sono tante, compresa la questione economica e quella dell’incolumità personale minacciata spesso attraverso vere e proprie aggressioni al personale sociosanitario in ospedali e ambulatori.

Mentre il governo si appresta a convertire in legge il decreto che aumenta i compensi orari per medici e infermieri impiegati nei reparti di pronto soccorso e nei 118 (oltre a disporre lo stop all’impiego delle cooperative di medici che provocano spesso fuoriuscite di camici dal sistema sanitario pubblico e l’aggravamento delle pene per chi aggredisce il personale), la Regione sta cercando di risolvere la questione delle liste di attesa. «In questo senso va la riforma del servizio sanitario regionale – ha affermato Saltamartini – con la creazione delle cinque aziende sanitarie territoriali. Si dà un’ottica provinciale e non più regionale, in modo che i cittadini e utenti non debbano uscire dalla loro provincia per risolvere un problema e vedersi erogata una prestazione. Anzi, il nuovo piano socio sanitario regionale prevede che il cittadino che non riesce a prenotare una prestazione, venga richiamato entro cinque giorni. Se non si riesce a trovare posto nelle strutture pubbliche, sarà la Regione ad accollarsi la spesa di comprare sul mercato la prestazione dal privato».

L'intervento del sindaco di Senigallia Massimo Olivetti
L’intervento del sindaco di Senigallia Massimo Olivetti

Annunci importanti ma altrettanto importanti sono le richieste giunte dal territorio. Tramite il sindaco di Senigallia Massimo Olivetti, sono state chieste attenzione e risorse per fronteggiare più questioni: la mancanza di medici di famiglia e pediatri su tutta l’area valliva; l’età della struttura ospedaliera, «una delle più vetuste della regione e che va in difficoltà quando sotto  pressione»; l’aumento di popolazione soprattutto nel periodo estivo a cui quasi mai corrispondono rinforzi nel personale. Criticità che portano poi a proteste e lamentele di disservizi. Olivetti ha però esposto il suo placet a questo sistema incentrato sul dialogo «l’unico modo che ci potrà portare lontano».

Saltamartini – in accordo con l’assessore al bilancio Goffredo Brandoni, anch’egli presente all’incontro – ha ricordato alla platea senigalliese i numerosi investimenti a beneficio dell’intera comunità valliva. L’ospedale di Senigallia vedrà realizzarsi la nuova palazzina da 16 milioni di euro per l’emergenza-urgenza, contenente anche il blocco operatorio e la terapia intensiva cardiologica (utic); 500 mila euro andranno per i lavori per la nuova tac da terminare nell’estate o al massimo entro settembre; altre risorse permetteranno di realizzare il nuovo reparto di odontostomatologia con day surgery, mentre 700 mila euro serviranno per la gastroenterologia. «Ma stiamo acquistando anche un videogastroscopio per creare innovazione e specificità territoriali in ottica di rete» ha affermato in conclusione l’assessore regionale alla sanità.