Attualità

Sempre più marchigiani rinunciano alle cure per motivi economici

I marchigiani chiedono meno diseguaglianze e servizi più efficaci. È quanto emerge dall'indagine Sanità bene comune, promossa da Cgil, Cisl e Uil

sanità, medicina, dottori

ANCONA – Liste di attesa troppo lunghe, diseguaglianza nel ricorso ai servizi sanitari sulla base delle differenze territoriali e di reddito, e riduzione della spesa sanitaria per motivi economici. È questo il complesso quadro che emerge dall’indagine “Sanità bene comune”, promossa da CGIL, CISL E UIL Marche, per comprendere come i marchigiani valutino e percepiscano il sistema sanitario pubblico, quello privato e la spesa da sostenere per le prestazioni sanitarie.

Da sinistra, Daniela Barbaresi, Sauro Rossi, segretario Cisl Marche e Graziano Fioretti, segretario Uil Marche
Da sinistra, Daniela Barbaresi, Sauro Rossi, segretario Cisl Marche e Graziano Fioretti, segretario Uil Marche

L’indagine, lanciata nell’aprile scorso, prevedeva la compilazione di questionari anonimi distribuiti nei luoghi di lavoro, nelle sedi sindacali, nei luoghi di aggregazione e sui siti di CGIL, CISL E UIL. I risultati sono stati presentati questa mattina nella sede regionale della CGIL, alla presenza del segretario CISL Marche Sauro Rossi e del segretario Uil Marche Graziano Fioretti.

Complessivamente sono 3360 i marchigiani che hanno aderito all’indagine, che si è chiusa il 31 agosto. Ne è emerso un quadro di salute buono dei cittadini, mentre tra le maggiori criticità ci sono il calo della spesa per la salute rispetto al 2016, che si attesta inferiore al dato nazionale.

Sono soprattutto le famiglie con i redditi più bassi a rinunciare o a rinviare le cure sanitarie, tra le quali anche quelle odontoiatriche. Oltre la metà degli intervistati marchigiani che nell’ultimo anno ha ridotto la spesa sanitaria, lo ha fatto per motivi economici. Un dato in linea con il VII Rapporto RBM-Censis, dove è di 12,2 milioni la stima degli italiani che nel 2016 hanno rinunciato o rinviato per ragioni economiche una prestazione sanitaria.

Il 60,2% degli intervistati spende mediamente tra i 200 e i 1000 euro per prestazioni sanitarie private, mentre il 20,8% arriva addirittura a punte comprese tra i 1000 e i 2500 euro. L’85,6% ha dichiarato di aver fatto ricorso a prestazioni sanitarie private nell’ultimo anno, specie nelle province di Pesaro – Urbino e Macerata. Nel 38,6% dei casi a spingere i marchigiani verso il privato è stata la possibilità di accorciare i tempi di attesa. Nove intervistati su dieci hanno bocciato il sistema sanitario pubblico proprio per la lunghezza delle liste di attesa, ma valutazioni negative sono arrivate anche per quanto riguarda il ticket (58,3%) e l’accessibilità dei servizi (47,1%).

Sostanzialmente i marchigiani valutano la sanità pubblica come sufficiente, nonostante le criticità presenti in alcuni distretti sanitari per quanto riguarda gli orari di apertura dei servizi, l’assistenza domiciliare, il sistema di emergenza – urgenza, le residenze protette e le Rsa, la chiarezza delle informazioni e le case della salute.

Rapporto tra operatori e cittadini, servizi ambulatoriali specialistici, accoglienza, ospedali, standard igienici, efficacia delle prestazioni ricevute e attività dei medici di famiglia, i punti di forza del sistema sanitario pubblico secondo il campione degli intervistati.

Da sinistra, Daniela Barbaresi, Sauro Rossi, segretario Cisl Marche e Graziano Fioretti, segretario Uil Marche
Da sinistra, Daniela Barbaresi, Sauro Rossi, segretario Cisl Marche e Graziano Fioretti, segretario Uil Marche

«I dati emersi da questa indagine sono importanti e verranno utilizzati nel confronto con la Regione per l’elaborazione del nuovo Piano Sanitario Regionale – ha commentato il segretario regionale Cgil Daniela Barbaresi – in particolare due sono i dati significativi: la valutazione dei cittadini sui tempi di attesa, che è risultata assolutamente negativa per 9 su 10 di loro, tempi troppo lunghi che costringono i marchigiani a rivolgersi al privato per le prestazioni sanitarie. L’altro dato importante è che molti marchigiani stanno rinunciando a curarsi per motivi economici, oltre la metà ci coloro che hanno ridotto la propria spesa sanitaria nell’ultimo anno, lo ha fatto per motivi economici. Occorre lavorare sulle liste di attesa e sul Fondo Sanitario Nazionale, che andrebbe incrementato bloccando i tagli. Un quadro che dà il segno della consapevolezza dei cittadini sul fatto che la sanità debba essere pubblica e universale».

«Tra le priorità emerse – prosegue la Barbaresi –  c’è l’esigenza di potenziare i servizi territoriali e di integrazione socio-sanitaria rispetto ai bisogni dei cittadini, specie quelli più fragili. Una maggiore offerta di assistenza domiciliare, tuttora inadeguata, potrebbe contribuire a migliorare la presa in carico dei pazienti dopo il ricovero oltre alla necessaria compensazione della trasformazione dei piccoli ospedali in strutture territoriali, con ulteriori importanti investimenti sulla rete dell’emergenza sanitaria, a partire da un significativo potenziamento delle Potes e della dotazione di Mezzi di Soccorso Avanzato».

Necessaria la riorganizzazione del sistema di cure primarie e intermedie attraverso gli Ospedali di Comunità, lo sviluppo delle Case della Salute, il potenziamento del sistema della prevenzione, oltre alla promozione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.