FANO – «Le rassicurazioni degli assessori regionali, se non suffragate da atti, rimangono parole al vento». Il Sindaco Seri prosegue la sua crociata contro la Regione sul tema della sanità. Non solo quindi non si placano le polemiche ma la diatriba è destinata a proseguire ancora con scambi reciprochi di accuse.
Il tema della gestione sanitaria è sempre stata negli ultimi anni nell’occhio del ciclone: l’attuale giunta regionale, durante l’amministrazione Ceriscioli (Pd) non aveva mai lesinato parole dure in merito a tagli e declassamenti di varie strutture regionali. Ora le parti sembrano invertirsi anche se la protesta di Seri sembra essere discordante con quanto affermato negli ultimi mesi. A riaccendere il fuoco delle polemiche l’annuncio della Regione circa la rinuncia del progetto della megastruttura sanitaria a Muraglia che avrebbe di fatto sancito la morte dell’ospedale di Fano. Una notizia accolta in generale con favore dalla forze politiche locali ma non da Seri.
A rispondere alle sue accuse erano scesi in campo prima il vice presidente della Regione Marche Mirco Carloni ed il consigliere regionale Luca Serfilippi e poi anche l’assessore Stefano Aguzzi. Il Sindaco di Fano però non solo non sembra soddisfatto delle spiegazioni ma continua a non ritenere idoneo l’atteggiamento della giunta Acquaroli: «Se è vero che sono un amministratore la cui storia testimonia grande sensibilità e attenzione verso la collaborazione tra istituzioni, è altrettanto vero che l’atteggiamento del presidente Acquaroli verso il nostro territorio non sia stato encomiabile».
«Non credo sia corretto – continua Seri – che il presidente della Regione, dopo numerosi annunci, nel momento in cui formalizza il primo provvedimento non si preoccupi di informare il primo cittadino della città maggiormente coinvolta dal futuro dell’ospedale territoriale».
Seri appoggia la lente di ingrandimento sulla delibera regionale, approvata lunedì dalla giunta, di cui commenta: «Oltre a precisare che l’unica struttura ospedaliera finanziata in provincia sarà a Pesaro, non chiarisce alcunché: solo pochi riferimenti e confusi. Ci sono almeno 50 anni di studi e pubblicazioni scientifiche nazionali e internazionali sulla dimensione ottimale delle strutture ospedaliere e sappiamo che in Italia tale dimensione si colloca tra i 600 e gli 800 posti letto. Sappiamo anche che da 200 posti letto a scendere si creano diseconomie. L’ospedale unico previsto dal piano sociosanitario di Ceriscioli, e dal protocollo sottoscritto, su questo fronte forniva garanzie e prevedeva un sistema integrato tra strutture. Ora la Regione parla di due strutture autonome di 400 e 200 posti letto. Cosa significa questo? Quali sono le implicazioni sul piano funzionale? Che tipo di integrazione è prevista tra le due strutture?»
Seri infine rimarca l’assenza di dialogo della giunta regionale: «Nessuno tra il presidente Acquaroli, il suo vice o qualche assessore di questo territorio ha avuto la sensibilità o la premura di venire a spiegarlo né a me né ai cittadini. Inoltre, le posizioni rassicuranti degli assessori regionali di questo territorio, arrivate solo dopo la mia denuncia, se non saranno confermate da atti rimarranno solo unità di intenti orientate al vento».