Ancona-Osimo

Sara e il lupo: la storia del video dell’attacco postato su YouTube

Giorni fa l'animale le ha rosicchiato la fototrappola montata per le riprese. La studentessa di scienze forestali abita e filma al Poggio di Ancona. L'abbiamo intervistata

Il lupo ripreso dalla fototrappola

ANCONA – Posiziona le fototrappole sul suo terreno, al Poggio di Ancona, per filmare lupi, cinghiali e altra fauna selvatica. E un lupo, pochi giorni fa, ha attaccato e rosicchiato la sua fototrappola. Si chiama Sara Berti, è studentessa di scienze forestali all’Università Politecnica delle Marche, e il suo canale YouTube è Wildlife Conero. Il video del lupo che attacca la camera ha conquistato molte visualizzazioni in pochi giorni, anche dall’estero, nonostante Sara, come ci tiene a precisare, faccia tutto questo esclusivamente per passione. «Premetto che non sono un’esperta di fauna selvatica. Pur essendo una studentessa di scienze forestali, lo faccio per divertimento e passione – spiega Sara –. Tutto è nato dal fatto che avevo un piccolo allevamento di capre e nell’estate del 2020 era rimasto solo un caprone. Che è finito sbranato dai lupi. Da lì la consapevolezza della presenza dei lupi, anche perché in precedenza non c’erano mai stati attacchi alle capre, e l’idea di posizionare degli strumenti per riprenderli». Da lì è partita l’esperienza di filmare gli animali sul Conero. «Una volta confermata la presenza del lupo ho cercato e trovato le sue tracce e ho installato le fototrappole. Sono dei dispositivi usati principalmente per il monitoraggio faunistico ma anche dai cacciatori, telecamere con sensori di movimento e infrarossi che sono in grado di riprendere in notturna. L’animale di solito non se ne accorge, m’è capitato che l’animale mostri di percepire o il led o il piccolo rumore che fa la camera quando si attiva, ma tutto qui. Inizialmente le avevo installate solo per testimoniare la presenza del lupo, così ho scoperto un via vai di fauna selvatica incredibile».

Ecco cosa è successo con il lupo nel video in questione, singolare proprio perché testimonia un evento abbastanza raro. «In realtà non ha proprio morso la telecamera, ha solo mangiato la cinghia che si usa per fissare la fototrappola al tronco, facendola cadere. Non so perché l’abbia fatto, forse attirato dall’odore della fototrappola, forse ha sentito quello del mio cane, finora però non era mai successo, anche perché faccio molta attenzione a non lasciare odori sull’attrezzatura». Sul suo canale YouTube i video di lupi sono numerosi, ma sul numero di presenze Sara sorvola: «Un’idea me la sono fatta, ma non ha basi scientifiche, quindi preferisco non sbilanciarmi». Il lupo non si fa vedere mai ma c’è: ecco come Sara affronta il tema della paura: «Non si tratta di avere paura o no. E’ necessario essere consapevoli che, al momento, il lupo è presente anche nei pressi dei centri urbani, quindi bisogna prendere i dovuti accorgimenti. Non era previsto e non è possibile fare attualmente una previsione su quello che succederà, visto il dinamismo dei branchi. Sicuramente ci si aspetta un intervento da parte di enti e amministrazioni che sia in grado di rendere compatibile la presenza del lupo con quella antropica. I risultati dell’ultimo monitoraggio Ispra del 2020-21 avevano come obiettivo anche questo: fornire informazioni riguardo la distribuzione attuale del lupo per essere in grado di definire azioni di gestione o regolazione, se e dove, ce n’è bisogno».

Naturalmente gli animali intercettati dalla fototrappola sono anche tanti altri: «Lupi e cinghiali sono piuttosto frequenti, poi caprioli, ma è da un po’ che non li riprendo, magari proprio per colpa del lupo che sta espandendo il proprio areale. E poi tassi, istrici, volpi e un po’ di rapaci notturni, come l’assiolo e l’allocco, e anche qualche picchio, verde e rosso maggiore». Tutto con la telecamera all’altezza del suolo, o quasi, e c’è un perché: «Ho la fortuna di avere una piccola porzione di fosso con acqua corrente e così riesco a riprendere animali che vanno ad abbeverarsi. Tutto si svolge assolutamente all’interno del mio terreno di proprietà». Numerose le visualizzazioni del video su YouTube, il tema attira curiosi e appassionati: «E’ un’esperienza che ho preso in modo molto amatoriale – conclude –. La curiosità mi ha spinto a pensare che altre persone fossero curiose come me, e quindi ho caricato su YouTube i miei video e sto notando che effettivamente la curiosità c’è, anche da parte di altri».