SASSOFERRATO – Tra le iniziative collaterali alla mostra “La Devota Bellezza”, Antonella Monzoni espone a Sassoferrato, presso la chiesa di San Giuseppe fino al 15 ottobre, la mostra fotografica “Donne di Scanno oggi”, presentando anche un inedito: “La bambina di Scanno” che si rifà al celebre Henri Cartier Bresson e alla sua opera intitolata anche “Ora pro nobis”. L’artista modenese ha cercato quella bambina, l’ha trovata e fotografata a Scanno tra giugno e ottobre dello scorso anno.
La mostra a Sassoferrato è arricchita da una cinquina d’eccezione, fotografie di autori che hanno amato e fotografato Scanno negli ultimi anni: Mario Giacomelli, Renzo Tortelli, Gianni Berengo Gardin, Giovanni Bucci e Claudio Marcozzi. Quest’ultimo ha redatto un esaustivo testo che ci racconta del rapporto dei fotografi con le donne di Scanno.
Perché proprio Scanno?
«Si tratta di un borgo che ha fatto la storia della fotografia, che ha attirato negli anni tanti grandi fotografi come nessun altro villaggio. Maestri che ci hanno regalato fotografie eterne, che hanno reso celebre questo paese creando immagini, icone che mostrano la magia dei portali in pietra scolpita, gli scorci improvvisi dietro agli archi, gli stretti vicoli attraversati da donne vestite con il tradizionale abito nero. Per me il paese ha sempre rappresentato una meta», evidenzia.
Lei è arrivata a Scanno nel 2015, da “privilegiata”, per ricevere il Premio Internazionale “Scanno dei Fotografi” creato nel 1998 dal fotografo Giovanni Bucci. Le sue impressioni?
«Visitando il centro storico e camminando nella strada principale del centro, la cosiddetta “ciambella”, che permette una passeggiata nel cuore di uno dei borghi più belli d’Italia, ho incontrato molte donne, ma non le signore “in nero” delle fotografie dei maestri, piuttosto giovani che correvano per aprire il negozio, per sbrigare le commissioni delle loro attività legate all’artigianato, al commercio, al turismo. Insomma, donne di oggi: vivaci, simpatiche, solide, che vivono il quotidiano, che si muovono verso il futuro senza dimenticare le tradizioni e gli insegnamenti di madri, nonne, bisnonne».
Un appuntamento, dunque, da non perdere. Anche per il curriculum di Antonella Monzoni che si è aggiudicata diversi riconoscimenti: con “Madame” il Premio Giacomelli 2007, con “Somewhere in Russia” il Premio Chatwin per la fotografia 2007; nel 2009 con “Ferita Armena” ha ricevuto la menzione speciale dell’Amnesty International Festival dei Diritti ed ha vinto il Best Photographer Award al Photovernissage di San Pietroburgo. Nel 2010 è stata proclamata Autore dell’Anno FIAF. Nel 2015 il suo libro Ferita Armena si è aggiudicato il Premio Bastianelli come miglior libro fotografico dell’anno. L’iniziativa sassoferratese è coordinata da Roberta Valeri.