SASSOFERRATO – Inaugurazione, questa sera alle 21, dell’Archivio Storico Comunale nell’ambito del 70° anniversario della Lotta dei Sepolti Vivi relativo all’occupazione della miniera di Cabernardi. Previsto anche lo spettacolo “Radici”. Fu proprio il sabato 5 luglio 1952 che finì l’occupazione della miniera di Cabernardi da parte di 337 minatori con la risalita dei 176 che, dal 28 maggio, scelsero di rimanere al 13° livello. Una lotta lunga 40 giorni che non cambiò le sorti del polo solfifero dell’alto anconetano. Erano convinti di aver ottenuto la promessa da parte della Montecatini, la ditta proprietaria, di altri sondaggi, il pensionamento anticipato per alcuni lavoratori e per altri il trasferimento. Ma l’attività estrattiva fu spostata in un altro pozzo e imposto a tanti il trasferimento a Ferrara, in Sicilia, in Toscana, molti non furono riassunti e costretti ad emigrare all’estero nelle miniere di carbone del Belgio e in Canada. Una giornata che questo 70° anniversario, organizzato dal Comune di Sassoferrato e dal Parco Nazionale dello zolfo di Marche e Romagna, celebra questa sera evidenziando il lato “storico” e il lato profondamente “umano” di questo triste sciopero che salì alla ribalta di tutti i giornali nazionali. Il 70° anniversario della Lotta dei Sepolti vivi ha ottenuto il patrocinio dei Ministeri della Transizione Ecologica, della Cultura, del Turismo, dell’Ispra, della Regione Marche e della Regione Emilia-Romagna, del Parco Nazionale dello Zolfo di Marche e Romagna, dei Comuni di Arcevia, Cesena, Novafeltria, Pergola, Talamello, Urbino.
Il programma
Con l’inaugurazione alle ore 21 dell’Archivio Storico Comunale presso il polo museale della miniera di zolfo di Cabernardi e alle ore 21.30, lo spettacolo “Radici”. Il che fa del polo solfifero che, ieri, ha condizionato l’economia e la vita sociale delle aree interne a cavallo tra l’alto anconetano e il pesarese, oggi, il focus di un progetto di sviluppo territoriale turistico-culturale. Lo firma l’attore, autore, regista Fabio Brunetti nato ad Orciano e presidente dell’associazione “I Fanigiulesi”. Ha recitato anche in diverse fiction Rai tra cui “Nero a metà2” e la “Nuova squadra”. È la storia di Adelmo Parrini (personaggio di fantasia) che nasce a Cabernardi nel 1930, ma la famiglia di origine proviene da un piccolo paese della provincia di Pesaro e si è trasferita nei primi anni del ‘900 nella zona mineraria. Vive la vita di paese e della miniera da bambino, quando il padre viene assunto in miniera. Seguirà, come tutti, le orme del padre e finirà anche lui in miniera. Vive da giovane uomo, sposato, la crisi degli anni ’50, gli scioperi, le lotte, la chiusura. Con la giovane moglie si trasferisce a Pontelagoscuro. Insieme alla speranza di un futuro ci sono i disagi della nuova realtà: la mentalità diversa, un diverso clima, una diversa natura. E anche se nella provincia ferrarese si rifà una nuova vita non riesce a dimenticare le origini. Regia di Glauco Faroni, voce di Elisa Goffi, fisarmonica di Leonardo Panni, luci e audio Arianna Faroni, Scene e costumi, Enne Sagerat. Lo spettacolo gratuito si svolge nell’ex miniera di zolfo di Caberardi a Sassoferrato, emblema del recupero di un sito d’archeologia industriale, che ospita nell’Auditorium ricavato dall’immenso ex serbatoio di nafta la mostra fotografica “Miniera. Segni e parole. Storia di migrazione e integrazione”. Le celebrazioni sono il frutto del lavoro di un Comitato Tecnico Scientifico composto da rappresentanti del Parco Nazionale dello Zolfo di Marche e Romagna, dei Comuni di Sassoferrato, Pergola e Arcevia, dell’Università di Urbino, dell’Ordine dei giornalisti delle Marche, delle rappresentanze sindacali, dell’Ispra, delle associazioni Clio ‘92, la Miniera onlus, Palio della Miniera, “Cristalli nella Nebbia”. A supporto dell’evento sono intervenuti inoltre l’Istituto Gramsci Marche, Happenniness soc. coop. e il Circolo ACLI ex Minatori.