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Sassoferrato: maltrattamenti su cani e gatti, due donne denunciate

Sequestrati 10 cani e due gatti che erano maltrattati secondo quanto ricostruito dai carabinieri forestali delle Stazioni di Sassoferrato e di Genga che hanno effettuato l’operazione. Ecco le info

Il sequestro degli animalia Sassoferrato

SASSOFERRATO – Maltrattamento di animali e detenzione in condizioni incompatibili con la loro natura, queste le accuse per le quali sono state denunciate due donne residenti in una frazione di Sassoferrato. Sequestrati 10 cani e due gatti che erano maltrattati secondo quanto ricostruito dai carabinieri forestali delle Stazioni di Sassoferrato e di Genga che hanno effettuato l’operazione, in collaborazione con il Servizio di Sanità Animale dell’Asur di Fabriano e con la Polizia locale della città sentinate.

Gli animali dopo affidamento in custodia

I fatti

Le due proprietarie degli animali, tenevano i gatti chiusi in piccole gabbie piene di escrementi e resti di cibo putrescente; i cani invece vivevano tra la sporcizia e i topi morti e presentavano alcune patologie non curate e una massiccia infestazione da pulci. Un altro cane, morto recentemente, è stato sottoposto ad esame autoptico da parte dell’Istituto Zooprofilattico, il quale ha accertato che l’animale sarebbe deceduto a causa di una grave anemia provocata dal continuo salasso dei parassiti.

Il decreto di sequestro è stato emesso dal Gip del Tribunale di Ancona su richiesta della Procura della Repubblica in seguito alle indagini condotte dai militari Forestali. Gli animali, affidati attualmente alla custodia del sindaco di Sassoferrato, Maurizio Greci, sono ora al sicuro presso il canile sanitario e assicurati alle cure dei tecnici e dei veterinari dell’Asur. Le due donne che erano proprietarie dei cani e dei gatti sono state denunciate per maltrattamento di animali e detenzione in condizioni incompatibili con la loro natura: rischiano, per il primo capo contestato la reclusione da tre a diciotto mesi o la multa da 5.000 a 30.000 euro; per il secondo, l’arresto fino a un anno o l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro.