Attualità

Sassoferrato: il palais intitolato a Kobe Bryant

Disponibilità del sindaco Maurizio Greci, verso l’idea che si sta diffondendo sui social, di intitolare la struttura della città sentinate al cestista statunitense che da piccolo accompagnò il padre a giocare proprio qui

Il piccolo Kobe Bryant e Claudio Appolloni a Sassoferrato

SASSOFERRATO – «Perché no?». Questa l’apertura del sindaco di Sassoferrato, Maurizio Greci, sull’idea che si sta diffondendo via social, di intitolare il palazzetto comunale della città sentinate, a Kobe Bryant, lo sfortunato giocatore di basket dei Los Angeles Lakers tragicamente scomparso, insieme alla figlia, domenica sera, 26 gennaio, mentre era a bordo di un elicottero, schiantatosi sulle colline della “Città degli angeli” americana.

«Da quando ci siamo insediati, nella primavera dello scorso anno, da tempo stavamo ragionando sulla possibilità di intitolare gli impianti sportivi di Sassoferrato a personalità che nel tempo hanno dato lustro alla nostra città. Molti cittadini ci stavano chiedendo questo e da parte nostra c’è stata, fin da subito, la massima disponibilità».

Il primo cittadino di Sassoferrato non ricordava il legame fra uno dei migliori giocatori di tutti tempi della Nba e la città sentinate. «Mi hanno inoltrato sul cellulare un video postato su Vimeo risalente a quasi 35 anni quando, in occasione dell’inaugurazione del palazzetto dello sport comunale di Sassoferrato, venne organizzata una partita amichevole tra la squadra di Fabriano e la Cida Porto San Giorgio e fra i giocatori vi era anche Joe Bryant, padre di Kobe. L’asso dei futuri Lakers – all’epoca aveva 6 anni – ha assistito a tutta la partita amichevole, provando anche a fare qualche tiro a canestro durante le pause di gioco insieme a tanti ragazzini di Sassoferrato», racconta il primo cittadino sassoferratese.

Non solo il video, anche fotografie fra giovani ragazzi, come il caso di Luca Antonelli e Claudio Appolloni, che all’epoca della partita erano addetti alla pulizia del parquet. «Il padre di Kobe mi chiese se potevo stare con il figlio durante la partita. Alla fine, Claudio e Kobe si sono voluti scattare una foto insieme», racconta Luca Antonelli.

La commozione per la prematura scomparsa di Bryant ha fatto letteralmente il giro del mondo. Anche in Italia, tanto da indurre le città di Reggio Calabria, altra città in cui ha giocato il padre del campione Nba, e Rieti a promuovere iniziative per intitolargli una via. «Nel gruppo Facebook “Sei di Sassoferrato se” è venuto un tam tam perché anche la nostra città facesse un gesto simile considerando che fra i primi giocatori che hanno giocato sul parquet del nostro palazzetto c’è stato anche Kobe poco più che bambino. Siamo molto disponibili a verificare tutta la procedura normativa per capire l’iter da seguire e i tempi necessari. Ma, certamente, mi sento di poter affermare che è una bella idea che non vogliamo far cadere nel vuoto», conclude il sindaco, Maurizio Greci.