SASSOFERRATO – Terzo appuntamento con il “Chi è? Sentinate a Sassoferrato. Questo pomeriggio, la terza conversazione sarà incentrata sulla figura di Caio, Baldassarre Olimpo degli Alessandri.
Dopo l’apprezzatissima conversazione di Tiziana Gubbiotti sul pittore Pietro Paolo Agabiti, al poeta popolare Caio, Baldassarre Olimpo degli Alessandri (1486/1540), «l’inquieto frate del Sentino», così lo definisce Franco Scataglini, è dedicata la terza conversazione del “Chi è”? Sentinate, che si terrà a Palazzo Oliva questo pomeriggio alle 17. Interverrà Francesca Carnazzi, giovane ricercatrice biellese, studiosa dell’Olimpo attorno al quale ha svolto la sua tesi di laurea magistrale in Filologia italiana presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Racconta lo stesso Scataglini che nei primi anni del ‘500, nella Marca e oltre, si era sparso, il canto del frate minorita Olimpo, appartenente a una nobile famiglia dell’aguzzo e inespugnabile “Borgo”, alzato al fianco del fiume Sentino. Fu predicatore e poeta in decenni segnati da guerre e saccheggi oltre che da forti situazioni di povertà, anche se, stranamente, proprio in quel periodo si assistette ad una straordinaria fioritura di vita intellettuale, culturale e artistica che interessò, appunto la Marca con le sue piccole e grandi corti.
Olimpo si inserisce entro questa tendenza del tempo. Predicò ai contadini e fu poeta popolare per eccellenza, iscrivendo la sua poesia all’interno dell’universo contadino delle campagne e dell’universo proletario e piccolo-borghese delle cittadine marchigiane. A questo autore ha dedicato un pregevole studio importante Clito Bruschi: Il liuto e l’anima. Percorsi antologici attraverso le opere di Olimpo da Sassoferrato (Istituto internazionale di Studi Piceni, 2009), che aveva anche curato e tradotto, con suoi saggi introduttivi, alcune delle opere più importanti di Olimpo: Linguaccio, Nuova Phenice e Gloria (Centro Culturale “Baldassarre Olimpo”, 1996).
«Clito Bruschi ha sottolineato come nella poesia di Olimpo si ritrovino almeno due presenze, che egli definisce “eterogenee”: la “popolaresca”, con i caratteri propri della produzione giullaresca, e la “comico-realista”, che riflette la dimensione municipale e “provinciale” della sua formazione e personalità. Ma, ad un tempo, si assiste in lui a una mirabile sintesi tra poesia umile e poesia illustre, alla fusione di ideale e reale. La sua, in definitiva, è una poesia popolare per elezione e per consapevole stile, poesia con forti accenti di religiosità, che non conobbe tuttavia rigidezze e misticismi, per tenersi ad un costante equilibrio di sacro e profano. Una poesia che si propone nella sua modernità e che consegna al futuro il dono della sua virile inquietudine. In questo modo, possiamo dire che Olimpo di Sassoferrato è una figura che sicuramente arricchisce la rilevante tradizione umanistica e letteraria della città del Sentino», anticipano gli organizzatori.