JESI – Le scalette che da via Mastella, laterale a via Garibaldi, si arrampicano verso via e Porta Bersaglieri dove è collocata – per il momento, ancora… – anche la statua di Federico II, offrono uno spaccato di degrado sconcertante.
Senza inoltrarci sul solito “discorso” dell’immagine turistica perchè, turisti a parte, anche i “semplici” cittadini meriterebbero di trovarsi a frequentare ambienti pubblici più consoni in fatto di pulizia e manutenzione.
Quelle scalette in pietra, che sono ben 126 – anche contarle, comunque risulta difficile – oltre che essere sconnesse, in parte anche divelte, stanno letteralmente sparendo soffocate da rifiuti umani, vegetazione infestante, dal muschio, da erbe, edera che si estende dall’adiacente recinzione, ramoscelli e, in questo periodo, un mare di foglie secche. E la fontanella all’altezza del vicolo, un vero rudere.
Se ci si fa caso, tra la “normale” immondizia spunta, naturalmente, pure qualche fungo. L’ambiente è adatto, infatti, umido, da sottobosco. Un sottobosco urbano.
Dire che quel passaggio infernale possa costituire anche un pericolo per chi lo frequenta, salendo o scendendo, è un eufemismo. Chi ci passa, inutile sottolinearlo, lo fa a proprio rischio, specialmente quando piove. E soprattutto i più anziani che, in quel viscido putridume, rischiano grosso. E, infatti, c’è chi si affida ai muri delle case per trovare almeno un appoggio sicuro.
Quelle scalette costituiscono uno scorcio intrigante della città, se solo fossero tenute meglio, costituendo un percorso non solo utile ma anche suggestivo verso il Montirozzo, la statua dell’imperatore, Porta Bersaglieri che introduce nel cuore di Jesi. Dovrebbero essere uno specchio della jesinità, dovrebbero essere funzionali, dovrebbero rappresentare un decoro urbano dimenticato da tempo. Dovrebbero…
Ma persino i gatti, che una volta, nella parte alta a ridosso della siepe, mangiavano dalle ciotole approntate da qualche buon cuore, e che sono anche più agili di noi, sembrano essersene andati da lì.