ANCONA – Non poteva piangere, non poteva vestirsi come voleva e se si ribellava le bruciava la pelle utilizzando posate incandescenti con cui le marchiava mani e gambe. Marocchino finisce a processo per maltrattamenti in famiglia perché avrebbe picchiato e offeso la sorella, di soli 14 anni, che viveva troppo all’occidentale. Dietro i comportamenti dello straniero, oggi 29enne, che ha vissuto tra Filottrano e Jesi, ci sarebbe il poco rispetto alla loro religione, l’islam, che la sorella non avrebbe tenuto. Così lui l’avrebbe schiaffeggiata quando nello zainetto aveva trovato le cartine per fare le sigarette, l’avrebbe ferita con un cucchiaio arroventato sulla mano quando era convinto di averla vista fumare e l’avrebbe anche marchiata con la lama calda di un coltello sul polpaccio perché aveva alzato la voce con la loro madre. I maltrattamenti, stando alle accuse, sarebbero iniziati nel 2013, con la morte del padre, e sarebbero continuati fino al 2017, quando la ragazzina, diventata maggiorenne, ha lasciato la casa familiare per denunciare il fratello. Lui le avrebbe impedito di uscire con i coetanei costringendola anche a non provare commozione per la perdita del padre. Il giorno del funerale infatti, vedendola piangere, l’avrebbe schiaffeggiata per questo. Offese e percosse sarebbero state all’ordine del giorno. In una occasione, vedendola con un amico, l’avrebbe trascinata per i capelli fino a casa. Dopo la denuncia è stata aperta una indagine che un anno fa ha portato al rinvio a giudizio per il marocchino. Ieri mattina doveva aprirsi il processo al tribunale di Ancona, dove è difeso dall’avvocato Luca Montanari, ma l’udienza è stata rinviata al prossimo 11 marzo.
Schiaffi e ustioni sul corpo della sorella, viveva troppo all’occidentale: marocchino a processo
È accusato di maltrattamenti in famiglia. Vittima una 14enne. Non rispettava la fede islamica. A 18 anni si è ribellata e lo ha denunciato