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Sciopero generale, a Pesaro appuntamento in piazzale Lazzarini. «Manovra senza risposte per i salari»

Cgil e Uil lanciano l'appello per l'adesione del 17 novembre. «Manovra che non tutela gli stipendi bassi e la sanità»

PESARO – Sciopero generale di venerdì 17 novembre, a Pesaro il ritrovo è in piazzale Lazzarini.

A lanciare l’appello per la presenza il segretario generale della Cgil Pesaro Roberto Rossini e Maria Grazia Tiritiello della Uil. «È molto importante aderire allo sciopero generale perché la manovra di Bilancio del governo, ancora in discussione in Parlamento, non risponde alle esigenza dei lavoratori e dei pensionati». 

A Pesaro per quel giorno è stata organizzata una manifestazione, alle 10, in piazza Lazzarini, decisa per contrastare la direzione della politica economica molto lontana dal mondo del lavoro dipendente e dei pensionati delle fasce più deboli. “Adesso basta!” è lo slogan simbolo della giornata di lotta.

«Nella manovra non ci sono risposte concrete sulle emergenze di questo paese che i sindacati hanno spesso evidenziato.  Preoccupa la condizione di lavoratori e lavoratrici con salari bassi, il cosiddetto lavoro povero, una delle grandi ingiustizie del presente. Chi lavora non riesce ad arrivare alla fine del mese mentre le disuguaglianze crescono giorno dopo giorno.

Non c’è alcuna risposta all’emergenza salariale, sostengono CGIL e UIL, il governo ha annunciato 100 euro in più nelle buste paga ma si limita a confermare quelle in essere, già falcidiate dall’inflazione, in media al 17 per cento, dovuta a profitti e speculazione. 

Sulla sanità i sindacati ricordano che, a parole, il governo aveva dichiarato l’intenzione di aumentare la spesa sanitaria. Nei fatti però il sistema sanitario nazionale risulta sempre più indebolito a vantaggio della sanità privata. La riforma fiscale invece di colpire i grandi patrimoni e i redditi alti o altissimi, a parità di reddito, colpisce maggiormente salari e pensioni. Il lavoro stabile è un’altra illusione visto che vengono reintrodotti i voucher e la liberalizzazione del lavoro a termine. Misure inaccettabili per Cgil e Uil che hanno proclamato lo sciopero: un diritto garantito dalla Costituzione».

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