OSIMO – Sabato mattina, 31 ottobre, il Consiglio comunale di Osimo deciderà l’uscita del Comune dal Consorzio per l’alta formazione in diritto amministrativo istituito anni fa al Collegio Campana. Il Comune l’avrebbe deciso anche per tagliare la quota annuale che ammonta a cinquemila euro. Cultura e prestigio però, a Osimo, non dovrebbero essere in vendita, dicono dal Campana e dalle opposizioni.
Sul recesso l’istituto Campana per l’istruzione permanente afferma: «Abbiamo preso atto con dispiacere di questa volontà. Se il Comune, come era ed è suo dovere, avesse versato la quota sociale annuale, i bilanci del Consorzio non avrebbero presentato alcun disavanzo e sarebbero in attivo (al riguardo si assiste ad una versione moderna della famosa favola del lupo e dell’agnello). Gli attuali soci del Consorzio non sono soltanto il Comune di Osimo e l’istituto Campana ma anche l’Università degli studi di Camerino, il segretariato regionale del ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo per le Marche e il tribunale amministrativo regionale delle Marche. I corsi di perfezionamento e i master in diritto sanitario organizzati dal Consorzio sono sempre continuati e continuano anche in questo periodo. Si tratta di attività che hanno garantito un’apprezzabile presenza universitaria nel territorio di Osimo, da sempre ferma aspirazione delle precedenti amministrazioni comunali».
Il 6 novembre inizieranno due corsi in diritto sanitario che si svolgeranno con modalità telematiche a causa dell’emergenza Covid ma che torneranno in presenza a palazzo Campana non appena sarà possibile.
Il consigliere della Lega Alberto Maria Alessandrini dice: «Il Consorzio è un’istituzione che vede partecipare oltre al Comune anche e soprattutto le università di Macerata e Camerino. Il recesso del Comune si colloca all’interno di una vera e propria lotta fra gli amministratori del Comune e quelli dell’istituto che, però, come unico effetto sta ottenendo l’affossamento del Campana stesso. Dopo i ben noti contenziosi su tributi non versati ed i mancati pagamenti di canoni di affitto, si aggiunge questo».
L’ex sindaco e attuale consigliere delle Liste civiche Stefano Simoncini aggiunge: «Si tratta di una scelta grave di cui non si capisce il senso. Proprio in un momento dove massima è l’organizzazione di corsi e master per fornire a categorie professionali i crediti formativi, tale decisione è grave ed incomprensibile. Il Consorzio andrebbe potenziato e rilanciato anche con investimenti economici, di persone, di enti e realtà appartenenti. Il Consorzio fu un’invenzione del sindaco Dino Latini che coinvolse numerosi giuristi, presidenti di tribunale, presidenti di Tar, eminenti docenti universitari di diritto amministrativo. Nel tempo ha organizzato numerosi workshop e corsi di formazione per avvocati, dipendenti pubblici e professionisti di varie categorie ed ha avuto prestigiosissimi presidenti come l’ambasciatore Balboni Acqua. I corsisti accorrevano in gran numero e da ogni parte della regione e anche da fuori al Campana (sede del consorzio) per assistere ai predetti appuntamenti, girando nei momenti liberi in città. Perché impoverire Osimo di tutto questo a fronte di un risparmio economico esiguo? Perché continuare questo inutile e dannoso braccio di ferro con l’Istituto Campana, vero gioiello culturale cittadino? Chiediamo alla maggioranza di ripensarci su, di non uscire dal Consorzio ma al contrario di investirci affinché Osimo sia culla di cultura giuridico-amministrativa ed il Campana la sua degna sede».